Nutri e Previeni 19 Giugno 2015 10:07

USA – FDA: banditi i grassi idrogenati dagli alimenti trasformati

USA – FDA: banditi i grassi idrogenati dagli alimenti trasformati


grassi alimenti_128086220La FDA (Food and Drug Administration), l’agenzia statunitense che regola e controlla la sicurezza degli alimenti e dei farmaci, ha decretato, in questi giorni, che i produttori alimentari avranno 3 anni di tempo per rimuovere i grassi parzialmente idrogenati dagli alimenti trasformati. L’eliminazione dei grassi idrogenati potrebbe prevenire 20.000 attacchi di cuore e 7000 morti per malattie cardiache ogni anno, secondo l’agenzia.

Per saperne di più, si rammenta che i grassi trans sono molecole di grasso (lipidiche) che possono essere naturalmente presenti in alcuni cibi (soprattutto latte, derivati e alcune carni), ma vi si trovano in concentrazioni assai ridotte rispetto a quelle dei prodotti industriali contenenti grassi detti “idrogenati”.  Ovvero, grassi insaturi inizialmente di consistenza liquida che vengono artificialmente saturati e trasformati in solidi mediante un processo chimico-fisico detto appunto “idrogenazione”. Questo processo viene eseguito su richiesta delle industrie alimentari che, in base alle necessità delle varie preparazioni (brioches, cracker, grissini, patate fritte … ) scelgono la consistenza specifica del grasso idrogenato da utilizzare. I grassi idrogenati sono molti e si differenziano gli uni dagli altri per diverse caratteristiche: acidi grassi di partenza, livello di saturazione e concentrazione di acidi grassi trans (ottenuti involontariamente dall’idrogenazione). E proprio questi ultimi sono quelli nocivi e responsabili dell’accumulo di grassi che si ritrova nelle arterie provocandone l’ostruzione parziale o totale (aterosclerosi).

“C’è una grossa quantità di dati che mostrano il danno”, ha dichiarato Walter Willett, medico, ricercatore e presidente del dipartimento di nutrizione presso la Harvard School of Public Health di Boston, Massachusetts.

L’industria alimentare ha già cominciato ad eliminare i grassi idrogenati dagli alimenti trasformati, come pizze surgelate, margarina, cracker, popcorn, e prodotti da forno. La capacità dei produttori di alimenti per trovare sostituti per i grassi idrogenati dimostra che  “non c’è assolutamente alcuna necessità di grassi trans nella catena alimentare” – ha aggiunto Willett.

Dal canto loro, i produttori di alimentari avvertono che alcuni cibi non avranno lo stesso sapore senza grassi trans artificiali. “La sfida più difficile per la ricerca sarà di trovare alternative non dannose per prodotti da forno e altri dolci, dove i grassi trans possono migliorare la sensazione di sapore e la consistenza”, ha detto Mary Ellen Camire,  ricercatrice e presidente dell’Istituto di Tecnologie Alimentari.

La FDA aveva richiesto, già dal 2003, ai  produttori di alimenti di elencare il contenuto di grassi trans nelle etichette nutrizionali. Da allora, gli americani hanno ridotto la loro assunzione giornaliera di grassi trans di circa l’80%, da 4,6 g fino a circa 1 g a partire dal 2012.

Va detto che, negli USA, i produttori alimentari possono mettere la scritta “contenuto di grassi trans pari a zero” sulle etichette nutrizionali fino a quando il prodotto ne contiene meno di mezzo grammo per porzione. E la piccola quantità di grassi trans che viene arrotondata a zero può includere naturalmente grassi trans che si trovano in carne e latticini.

In proposito, dal 13/12/2014, grazie all’entrata in vigore del nuovo regolamento della Commissione europea (1169/2011), anche in Italia e negli altri Stati membri non è più possibile utilizzare la semplice dicitura generica “grassi vegetali”. Nelle etichette dei prodotti alimentari è infatti obbligatorio indicare l’origine vegetale specifica degli oli. Inoltre, se gli oli o i grassi utilizzati sono idrogenati, è obbligatorio precisarlo in etichetta, aggiungendo la dicitura “totalmente idrogenati” o “parzialmente idrogenati” a seconda dei casi. Tuttavia alcune indagini hanno dimostrato che le etichette non sono sempre veritiere.
In somma, c’è ancora molto da fare, sia in Europa, sia nel resto del Mondo, per ottenere alimenti trasformati veramente sicuri per la salute; i consumatori sono avvisati!

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