Nutri e Previeni 6 Maggio 2019 10:38

Zucchero nel tè? Questione di geni

Zucchero nel tè? Questione di geni

Zucchero sì, zucchero no. Amaro sì, amaro no. La scelta di zuccherare le bevande che beviamo è dettata dai geni. A scoprirlo sono stati i ricercatori della Feinberg School of Medicine della Northwestern University in uno studio pubblicato su Human Molecular Genetics.

Il gene incriminato si chiama Fto ed è legato alla scelta della quantità di zucchero nelle bevande. Infatti, le persone che avevano una sua variante (in precedenza associata al minor rischio dell’obesità) sorprendentemente preferivano bevande con aggiunta di zucchero. Si tratta, spiega Marilyn Cornelis, docente di medicina preventiva dell’Università statunitense, di un “gene misterioso” tanto che non si sa “esattamente in che modo sia collegato all’obesità”.

Infatti, prosegue, “probabilmente ha un ruolo nel comportamento che sarebbe legato alla gestione del peso”. Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori hanno diviso il campione, composto da ben 336mila persone, in due gruppi: uno doveva bere bevande amare a scelta tra caffè, tè, succo di pompelmo e vino rosso, e un gruppo che doveva degustare bevande dolci a scelta tra bevande zuccherate di diverso tipo, anche artificiali.

Articoli correlati
Tre tazze di tè al giorno allungano la vita
L'elisir di lunga vita esiste e si cela dentro tre tazze di tè al giorno. A dimostrarlo è uno studio condotto dalla Sichuan University di Chengdu, in Cina, e pubblicato sulla rivista The Lancet Regional Health – Western Pacific. I ricercatori hanno esaminato i dati di quasi 14.000 volontari britannici e cinesi e hanno rilevato che tre tazze di tè al giorno potrebbero rallentare l’invecchiamento biologico, grazie all'azione di diversi potenti composti
Cannabis: 1 consumatore su 3 sviluppa disturbi clinici e sociali
Il consumo di cannabis può non essere così innocuo come invece molti pensano. Una persona su 3 che ne fa uso, infatti, sviluppa un disturbo che porta alla compromissione o a un disagio clinicamente e socialmente significativo. E questo può dipendere dalla genetica. È quanto emerge da uno studio condotto dalla Yale University e pubblicato su Nature Genetics
Caffè anti-diabete: potrebbe ridurne il rischio frenando l’accumulo di grasso
Il caffè ha effetti anti-diabete e frena l’accumulo di grasso corporeo: lo suggerisce uno studio su BMJ Medicine basato su una metodologia relativamente nuova che consente di verificare proprio l’esistenza di una relazione di causa ed effetto tra consumi di caffeina e ridotto rischio si ammalarsi di diabete. Alla luce dei risultati ottenuti, frutto di […]
Il caffè aiuta a prevenire e a rallentare il Parkinson
Secondo uno studio realizzato dai neurologi della Società italiana di Neurologia e diretto dal professor Giovanni Defazio dell’Università di Cagliari, un consumo moderato di caffè è in grado di ritardare l’esordio della malattia e di indurre una più lenta evoluzione
Si può essere esposti al virus Sars-CoV-2 e non esser mai contagiati?
Coloro che non si sono mai ammalati di Covid-19, nonostante abbiano avuto contatti con persone positive al virus, potrebbero avere geni o un sistema immunitario diverso che le protegge dall'infezione
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Disabilità, Legge 62: “Da settembre 2025 sperimentazione estesa ad altre 10 province”

Il Ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli: “Il cambiamento è iniziato e indietro non si torna”
Advocacy e Associazioni

Obesità: “Misura il girovita e scopri il tuo rischio cardiometabolico”

Al via la campagna nazionale “Per un cuore sano, conta ogni centimetro”, promossa dalla Fondazione Italiana per il Cuore, con il  patrocinio del Ministero della Salute e il sost...
Sanità

Farmacia dei servizi. Cossolo (Federfarma): “In due anni, con nuova convenzione, sarà realtà in ogni parte d’Italia”

All’evento “We Health”, promosso da Homnya in collaborazione con Federfarma, il bilancio degli anni di sperimentazione dei nuovi servizi
Nutri e Previeni

Giornata dei legumi, Iss: “Meno della metà degli italiani ne mangia a sufficienza”

Lo dimostra il progetto dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) 'ARIANNA-Aderenza alla Dieta Mediterranea in Italia', condotto su un campione totale di 3.732 persone