In un messaggio inviato ai propri soci, il presidente e il vicepresidente della Simedet (Società Italiana di Medicina diagnostica e terapeutica), Fernando Capuano e Manuel Monti, hanno voluto lanciare un messaggio in occasione della Giornata Mondiale contro l’AIDS Ci attraverso il quale si uniscono idealmente “a tutte le persone affette dal virus dell’HIV per far […]
In un messaggio inviato ai propri soci, il presidente e il vicepresidente della Simedet (Società Italiana di Medicina diagnostica e terapeutica), Fernando Capuano e Manuel Monti, hanno voluto lanciare un messaggio in occasione della Giornata Mondiale contro l’AIDS Ci attraverso il quale si uniscono idealmente “a tutte le persone affette dal virus dell’HIV per far fronte e combattere lo stigma che spesso distrugge le vite delle persone che convivono con il virus dell’HIV più della malattia stessa”. Ecco il testo del messaggio:
«Il 1 dicembre la Simedet, insieme al mondo intero, celebrerà la Giornata Mondiale contro l’AIDS, facendo memoria di tutti gli uomini e le donne che sono morti a causa di questa malattia e rinnovando l’impegno per porre fine alle nuove infezioni da HIV.
Il 2021 segna i quarant’anni dai primi casi segnalati. Molte cose sono cambiate, ma l’HIV e l’AIDS non sono spariti, anzi, dobbiamo rinforzare ancora di più le misure di prevenzione attraverso un impegno di tutti gli operatori sanitari nel dare informazioni corrette e puntuali.
La forte riduzione dello screening e le misure di restrizione di questi ultimi anni devono essere un segnale di allarme importante e questo significa che è vietato abbassare la guardia anche perché la stragrande maggioranza delle infezioni da HIV si riscontra tra i 25 e i 29 anni, sono i giovani che non hanno vissuto il periodo terribile dell’Aids, gli anni 80 e 90 e non conoscono questo virus e sottovalutano i principi della prevenzione. Una quota sempre maggiore di pazienti, infatti, si presenta tardi alla prima diagnosi di sieropositività, cioè in una fase già avanzata di malattia con un quadro immunologico compromesso e spesso già in AIDS. Questo comportamento è collegato con la bassa o moderata percezione del rischio di HIV nella popolazione che effettua il test solo quando vi è il sospetto di una patologia HIV correlata o una sospetta MTS o un quadro clinico di infezione acuta e solo il 34% lo effettua spontaneamente per percezione di rischio. La diagnosi precoce dell’infezione da HIV presenta dei benefici sia per il singolo individuo, in quanto permette il tempestivo inizio della terapia antiretrovirale di combinazione (cART) con riduzione della mortalità e morbilità correlata con HIV e conseguente allungamento dell’aspettativa di vita dei soggetti HIV positivi, sia per la salute pubblica, perché la conoscenza del proprio stato di positività comporta l’assunzione di comportamenti sessuali consapevoli. Con l’abbattimento della carica virale a seguito dell’inizio della cART si riduce, inoltre, la trasmissibilità dell’infezione.
Come Società Scientifica aperta al Sociale vogliamo inviare i nostri più sinceri ringraziamenti per i costanti sforzi degli operatori sanitari che combattono quotidianamente contro la malattia e per lo stigma che ancora circonda questa malattia dimostrando una professionalità ed un’umanità unica e inestimabile.
Tutti i soci della Simedet si uniscono moralmente e nella pratica diagnostica e clinica ai migliaia di professionisti sanitari che combattono a fianco dei malati di HIV e delle loro famiglie e in questa Giornata, rendiamo omaggio a coloro che hanno perso la vita a causa di questa malattia e rinnoviamo il nostro impegno verso la giustizia, l’accessibilità delle cure e una speranza maggiore in tutto il mondo.
Ci uniamo a tutte le persone affette dal virus dell’HIV per far fronte e combattere lo stigma che spesso distrugge le vite delle persone che convivono con il virus dell’HIV più della malattia stessa.
Laddove c’è l’impegno delle comunità, il cambiamento avviene, gli investimenti danno risultati, e vediamo uguaglianza, rispetto e dignità. Attraverso le comunità, possiamo mettere fine all’AIDS».
Manuel Monti
Fernando Capuano