L’“allarme aggressioni” fisiche e verbali ai danni di medici, infermieri ed operatori sanitari non accenna ad arrestarsi, anzi, si estende anche ai veterinari pubblici. Il S.I.Ve.M.P. (Sindacato Italiano Veterinari Medicina Pubblica) chiede a gran voce un intervento concreto da parte delle istituzioni, in seguito all’attacco subìto pochi giorni fa da altri due veterinari del servizio sanitario […]
L’“allarme aggressioni” fisiche e verbali ai danni di medici, infermieri ed operatori sanitari non accenna ad arrestarsi, anzi, si estende anche ai veterinari pubblici.
Il S.I.Ve.M.P. (Sindacato Italiano Veterinari Medicina Pubblica) chiede a gran voce un intervento concreto da parte delle istituzioni, in seguito all’attacco subìto pochi giorni fa da altri due veterinari del servizio sanitario pubblico. I due, impiegati di una Asl campana, sono stati affrontati mentre svolgevano attività di profilassi di Stato sul bestiame allevato per il risanamento delle malattie trasmissibili agli animali e agli uomini.
«Ancora una volta l’esercizio di una funzione pubblica mette a repentaglio l’incolumità di operatori diligenti e motivati – commenta il sindacato in una nota -. L’episodio è solo l’ultimo di una lunga serie che conferma la necessità di chiedere l’attivazione di un “Osservatorio sulle intimidazioni dei veterinari pubblici” che, ad oggi, non ha ancora maturato una analisi del fenomeno e men che meno ha proposto interventi protettivi del personale veterinario e sanitario. I suggerimenti che abbiamo messo a disposizione degli organi competenti in sono caduti nell’indifferenza e dimenticati. Ad ogni episodio si sprecano i messaggi di solidarietà delle istituzioni che ormai cominciano a sembrare preconfezionati in attesa del prossimo caso, e coprono malamente l’assenza di una vera iniziativa.
È ora che gli organi di governo intervengano – si legge – prima che si maturi la convinzione che intimidire o aggredire un veterinario può rimanere impunito; il sindacato è pronto ad ogni azione legale a tutela e risarcimento di tutti i colleghi che siano stati o saranno esposti a rischi prevedibili e segnalati, sia nei confronti dei loro aggressori, sia nei confronti dei loro incuranti datori di lavoro. Intanto ha provveduto a informare dell’accaduto il Ministero dell’interno, il Ministro della Salute, e le autorità locali, compresa la Asl per la quale i due veterinari lavorano, chiamandoli ad un’immediata assunzione della rispettiva responsabilità e l’adozione di adeguate iniziative. Diversamente – attacca il sindacato – si potrà avviare una protesta della categoria sino ad una generale astensione dalle funzioni di Sanità Pubblica Veterinaria che il personale ritenga di non poter esercitare con la dovuta protezione e serenità».
Anche nei pronto soccorso la situazione non è migliore: la direzione sanitaria dell’ospedale Santobono di Napoli ha denunciato ai Carabinieri l’aggressione ad un’infermiera, prima verbale e poi fisica, da parte della zia di una piccola paziente. Il fatto è avvenuto nell’accettazione del pronto soccorso: in seguito alla violenza, alla vittima è stato riscontrato un trauma contusivo all’arto superiore.