«Il Cile è uno stato di diritto sociale e democratico. È multinazionale, interculturale ed ecologico. Si costituisce come Repubblica solidale, la sua democrazia è paritaria e riconosce come valori intrinseci e inalienabili la dignità, la libertà, l’uguaglianza sostanziale degli esseri umani e il loro rapporto indissolubile con la natura. La tutela e la garanzia dei […]
«Il Cile è uno stato di diritto sociale e democratico. È multinazionale, interculturale ed ecologico. Si costituisce come Repubblica solidale, la sua democrazia è paritaria e riconosce come valori intrinseci e inalienabili la dignità, la libertà, l’uguaglianza sostanziale degli esseri umani e il loro rapporto indissolubile con la natura. La tutela e la garanzia dei diritti umani degli individui e dei gruppi sono a fondamento dello Stato e alla guida di tutto il proprio agire. È dovere dello Stato creare le condizioni necessarie e fornire i beni e servizi per garantire il pari godimento dei diritti e l’integrazione delle persone nella vita politica, economica, sociale e culturale per una loro crescita piena». Cominciano così i Principi costituzionali della prima bozza della nuova carta costituzionale cilena, la prima femminista ed ecologista al mondo, con riferimenti più specifici all’Ambiente e alla Natura.
Individui e popoli – si legge nella Carta – sono interdipendenti con la natura e formano, con essa, un tutt’uno inseparabile. La Natura ha dei diritti. Lo Stato e la società hanno il dovere di proteggerli e rispettarli. Lo Stato deve adottare un’amministrazione ecologicamente responsabile, promuovendo altresì l’educazione ambientale e scientifica attraverso processi di formazione e apprendimento permanente” e inserendo il principio del “Buen vivir” e del Cile come paese oceanico e antartico. Molti i riferimenti nella Carta alla parità di Genere e alla Dignità delle persone a prescindere dal proprio orientamento, passa anche l’aborto. Un intero articolo, infine, per le persone con disabilità. Forti i riferimenti alle comunità indigene (Mapuche, Aymara, Quechua e tutte le altre) accettate come paritarie nello Stato.
Commenta Lorenzo Proia, in collaborazione con il Movimento internazionale interprofessionale Uniti per Unire e UMEM (Unione Medica Euro Mediterranea) e Amsi (Associazione medici di origine straniera in Italia), da alcuni giorni nel paese cileno: «Abbiamo cominciato la nostra ricerca sul campo partendo da Santiago del Cile. In queste primissime 72 ore ci siamo rapportati con personalità scientifiche e legate al mondo delle Istituzioni e dei Sindacati, presentando i nostri lavori svolti negli anni in Italia. Adesso studieremo il processo costituente con i protagonisti; la speranza è anche quella di inserire in un processo così mondiale e tanto sotto i riflettori (quello della costituzione così come la sfida della generazione dei trentenni come nuova classe dirigente nella “primavera” del Paese andino, la stessa generazione del Ministro Speranza del resto) un po’ di quel che c’è stato di straordinario in Italia in questi due anni di lotta al Covid e in ciò che lo ha preceduto permettendone i buoni risultati, dalle riforme del 1978, alle lauree per le professioni sanitarie della 42/99, all’inserimento dei Medici e professionisti stranieri nel sistema Paese e alla Costituzione etica delle 30 professioni nata dall’Ordine delle 19 professioni figlio della Legge Lorenzin. Di trovare dei punti di intesa da percorsi vissuti in aree geografiche diverse, costruendo ponti tra noi e loro».
«Il Progetto Sud America inizia con una tappa molto importante in Cile con il giornalista scientifico Lorenzo Proia in collaborazione di Amsi, UMEM, Uniti per Unire e Federformazione per analizzare e mettere a confronto l’esperienza cilena con l’Italia e il resto del Sud America in sanità, immigrazione, salute globale, informazione, cultura, formazione, il ruolo delle donne e le riforme politiche. Sicuramente dal Sud America possono arrivare soluzioni per la patologica carenza di medici ed infermieri oltre che arricchire i nostri professionisti con nuove esperienze e valorizzare le buone pratiche. Cosi Amsi, UMEM e Uniti per Unire continuano a costruire ponti con tutti i continenti senza distinzione e con neutralità in aspetti politici e religiosi» sottolinea il fondatore di Amsi e UxU Foad Aodi già quattro volte consigliere Omceo di Roma e Membro Commissione Salute Globale Fnomceo insieme alla Consigliere Diplomatico UxU e vice presidente di Feder Formazione la Professoressa Laura Mazza.