La Commissione di albo nazionale degli Ortottisti accende i riflettori sui disturbi della visione e lo ha fatto con la produzione di un filmato, che ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle difficoltà visive come sdoppiamento delle immagini, ombre nel campo visivo, affaticamento, fastidio, percezione offuscata e mal di testa nella lettura e tante […]
La Commissione di albo nazionale degli Ortottisti accende i riflettori sui disturbi della visione e lo ha fatto con la produzione di un filmato, che ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle difficoltà visive come sdoppiamento delle immagini, ombre nel campo visivo, affaticamento, fastidio, percezione offuscata e mal di testa nella lettura e tante forme ancora.
Un video di circa 3 minuti, presentato lo scorso 18 febbraio all’Assemblea dei Presidenti delle Commissioni di albo degli Ortottisti, che mette in risalto alcune difficoltà della visione e di quanto sia determinante rivolgersi a un “professionista sanitario” adeguatamente formato.
«Il nostro intento è di responsabilizzare la cittadinanza a orientarsi consapevolmente nel momento in cui si manifestino tali disturbi», ad affermarlo è Lucia Intruglio, Presidente della Commissione di albo nazionale degli Ortottisti – assistenti di oftalmologia.
Secondo il dossier dell’Organizzazione mondiale della sanità, “WHO updates fact sheet on Blindness and Visual impairment” (ottobre 2018), circa un miliardo di persone nel mondo ha una disabilità visiva prevenibile o che non sia stata presa in carico, mentre sarebbero 88,4 milioni coloro che presentano un errore di rifrazione non corretto e 826 milioni le persone con un deficit della vista da vicino, causato da presbiopia non corretta. Il rapporto ISTAT “Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari in Italia e nell’Unione europea” sottolinea che nel nostro Paese due persone su cento, dai 15 anni in su, soffrono di gravi limitazioni sul piano visivo, percentuale che sale al 5,4% tra chi ha più di 65 anni e all’8,6% per chi ha almeno 75 anni. Inoltre si stima che la percentuale di italiani che fanno un uso prolungato di dispositivi elettronici si aggira tra il 55 e l’81%, e negli ultimi 2 anni di pandemia tale utilizzo si è ampliato ulteriormente, registrando un aumento proporzionale delle difficoltà visive.
«Ecco perché attuare programmi di screening ortottici potrebbe essere molto utile, oltre che economicamente efficiente, a contrastare disturbi e disabilità», sottolinea la Dott.ssa Intruglio.