«È necessario affrontare questa emergenza attraverso una visione globale di sanità sia all’interno delle strutture ospedaliere che attraverso una capillare informazione e formazione dei cittadini indirizzati verso un corretto uso degli antibiotici» sottolinea Massimo Andreoni, Presidente del Comitato scientifico dell’associazione Fulop
«L’antibiotico-resistenza e le infezioni correlate all’assistenza (ICA) costituiscono la vera grande pandemia dei prossimi anni. In Italia si calcolano circa 11mila decessi l’anno per le infezioni da germi multi-resistenti. L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) prevede nel 2050 circa trenta milioni di decessi in tutto il mondo, e costituisce la causa maggiore di vittime in ambito sanitario». È l’allarme lanciato da Massimo Andreoni, Presidente del Comitato scientifico dell’associazione Fulop e professore emerito di Malattie Infettive dell’Università di Tor Vergata, nel corso del convegno “Infettivologia all’ombra del Vesuvio” promosso da Nicola Coppola, direttore Malattie Infettive dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” e Ivan Gentile, docente di Malattie infettive presso l’Università degli studi di Napoli Federico II, che si è svolto a Napoli presso il Complesso dei SS. Marcellino e Festo.
«È necessario affrontare questa emergenza attraverso una visione globale di sanità sia all’interno delle strutture ospedaliere – ha proseguito il professor Andreoni – che attraverso una capillare informazione e formazione dei cittadini indirizzati verso un corretto uso degli antibiotici, evitandone l’abuso e soprattutto l’uso improprio. E’ una sfida che si vince solo se affrontata con un lavoro di squadra seguendo la regola delle buone prassi nella vita di tutti i giorni».
«Il contrasto alle ICA e un utilizzo corretto degli antibiotici comporta un risparmio economico di assoluto rilievo per il comparto sanitario – ha aggiunto Raffaele Di Monda Presidente dell’associazione Fulop – non solo a livello nazionale ma anche europeo e mondiale. Secondo stime recenti una singola infezione ospedaliera ha un costo aggiuntivo tra i 7mila e i 9mila euro per il prolungarsi delle degenze dei pazienti colpiti come evidenziato dalla ricerca “Burden economico delle infezioni ospedaliere in Italia”, realizzata dalla Facoltà di Economia dell’Università di Tor Vergata. Numeri che impongono l’adozione di misure urgenti per arginare il fenomeno».