Contributi e Opinioni 22 Gennaio 2018 15:57

Diagnosi genetica preimpianto, il primo centro pubblico a Cortona

Importanti novità in tema di Procreazione Medica Assistita. Oggi a Cortona (Arezzo), presso l’Ospedale Santa Margherita Di Cortona Loc. La Fratta, avverrà la presentazione di PMA Italia e del nuovo servizio volto a prevenire la trasmissione di alterazioni genetiche. L’occasione sarà propizia per la dimostrazione del nuovo servizio di diagnosi genetica preimpianto (PGD secondo l’acronimo) che viene effettuato […]

Importanti novità in tema di Procreazione Medica Assistita. Oggi a Cortona (Arezzo), presso l’Ospedale Santa Margherita Di Cortona Loc. La Fratta, avverrà la presentazione di PMA Italia e del nuovo servizio volto a prevenire la trasmissione di alterazioni genetiche. L’occasione sarà propizia per la dimostrazione del nuovo servizio di diagnosi genetica preimpianto (PGD secondo l’acronimo) che viene effettuato per la prima volta a livello di sistema sanitario pubblico. In pratica, il cittadino dovrà pagare solamente il ticket.

«Mediante questa tecnica diventa possibile fare una diagnosi genetica sull’embrione per sapere se sia malato o sano» spiega il prof. Luca Mencaglia, Medico Specialista in Ginecologia e Ostetricia e Direttore Unità Operativa Complessa Centro PMA USL sud-est Toscana. In altri termini, si tratta di una diagnosi prenatale prima che cominci la gravidanza. Oggi la diagnosi si fa con l’amniocentesi, alla 12° settimana di gravidanza: in caso di rilevamento di una patologia genetica, le donne praticano l’aborto, con tutte le conseguenze fisiche e psicologiche che ciò comporta. La tecnica PGD è già diffusa, ma fino ad oggi i cittadini italiani la potevano effettuare solo a pagamento, tranne che in due ospedali, Milano Niguarda e Cagliari Microcitemico, dove però si poteva fare per due malattie specifiche: la talassemia (o anemia mediterranea) e X fragile.

Gli esami per tutte le altre oltre tremila malattie genetiche erano solo a pagamento. «Noi, in collaborazione con l’università di Siena, possiamo applicare questa tecnica in tutte le coppie in cui uno dei due genitori sia portatore sano di un’alterazione genetica – aggiunge il prof. Mencaglia. C’è un team di esperti che valuta i requisiti di gravità della patologia e successivamente consente l’accesso della coppia».

Con questo nuovo sistema è possibile prevenire tutte le alterazioni genetiche: «se un paziente è portatore sano, ossia ha nei suoi geni una malattia genetica importante, noi mettiamo insieme i suoi geni con quelli del partner, aspettiamo che si formi l’embrione, su cui poi facciamo una biopsia, analizzando 2-4 cellule. Se quell’embrione è sano lo possiamo trasferire e far iniziare la gravidanza, se è malato non lo trasferiamo, evitando così la malattia» afferma la professoressa Alessandra Renieri del Dipartimento Genetica Università di Siena. Naturalmente l’intervento è possibile solo se uno dei due genitori è portatore sano, ossia ha una predisposizione per quella malattia.

Le alterazioni genetiche ad oggi note sono oltre 3mila, ma è un continuo scoprirne di nuove, dalle più comuni come la trisomia del cromosoma 21, ossia la sindrome down, alla talassemia, malattia che colpisce il 5-6% della popolazione italiana, che in caso di due portatori sani un figlio maschio è destinato al decesso entro il 12° anno di vita. L’incidenza di queste alterazioni genetiche è varia, poiché dipende dall’età della donna: in una ventenne si tratta del 2%, ma in una donna quarantenne raggiunge il 18-20%.

La diagnosi genetica di preimpianto, seppur con delle ambiguità residue, era consentita ai sensi della giurisprudenza dal maggio 2008. «Tuttavia, un definitivo chiarimento si è avuto soltanto con una sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo del 2012, che evidenziava come l’impossibilità di fare una diagnosi sull’embrione in un paese nel quale è possibile fare la diagnosi sul feto ai fini dell’interruzione di gravidanza era un controsenso: poter fare prima la diagnosi sull’embrione avrebbe consentito di evitare l’aborto» ha dichiarato l’avvocato Gianni Baldini. 

Le patologie per cui è prevista la diagnosi genetica preimpianto sono tutte quelle la cui gravità determinerebbe la possibilità per la donna di interrompere la gravidanza. A seguito di queste sentenze, la Regione Toscana ha regolamentato la materia: l’incontro servirà proprio per fornire i dati di questi primi 6 mesi di regolamentazione attraverso un complesso sistema che ha consentito di creare il primo centro pubblico a livello nazionale in cui è possibile fare la diagnosi preimpianto per tutte le patologie genetiche trasmissibili.

Articoli correlati
Rischio cardiovascolare al femminile, le donne italiane lo sottostimano
La maggior parte delle donne italiane sottostima il proprio rischio cardiovascolare, non conosce tutti i fattori di rischio, e anche quando li conosce, non migliora il proprio stile di vita. È quanto emerge dallo studio CARIN WOMEN condotto da A.R.C.A. (Associazioni Regionali Cardiologi Ambulatoriali) , realizzato con il contributo non condizionante di Daiichi Sankyo Italia
Covid: 3 o più dosi di vaccino in gravidanza aumentano la protezione dei neonati
Le donne in gravidanza che ricevono tre o più dosi di vaccino anti-Covid durante la gestazione presentano un livello di anticorpi specifici contro l’infezione nel cordone ombelicale di circa dieci volte più alto rispetto a quanto riscontrato nelle madri che hanno effettuato meno richiami. E questo offre una maggiore protezione ai nascituri. A dimostrarlo è uno studio condotto dagli scienziati dell’Università di Washington a Seattle
Troppo paracetamolo in gravidanza aumenta il rischio di problemi comportamentali nei bambini
Il consumo eccessivo di paracetamolo durante la gravidanza può aumentare il rischio che il bambino sviluppi problemi di attenzione e comportamento già all'età di 2, 3 e 4 anni. Lo studio condotto dalla University of Illinois Urbana-Champaign è stato pubblicato sulla rivista Neurotoxicology and Teratology
Cannabis: 1 consumatore su 3 sviluppa disturbi clinici e sociali
Il consumo di cannabis può non essere così innocuo come invece molti pensano. Una persona su 3 che ne fa uso, infatti, sviluppa un disturbo che porta alla compromissione o a un disagio clinicamente e socialmente significativo. E questo può dipendere dalla genetica. È quanto emerge da uno studio condotto dalla Yale University e pubblicato su Nature Genetics
Caldo estremo aumenta il rischio di complicanze in gravidanza
L'esposizione al caldo estremo, eventualità diventata più frequente a causa dei cambiamenti climatici durante la gravidanza è stata collegata a un aumento del rischio di grave morbilità materna, cioè di complicanze durante il travaglio e il parto. I rischi sono maggiori se l'esposizione è avvenuta durante il terzo trimestre di gravidanza. Questo è quanto emerso da uno studio condotto dal Kaiser Permanente Southern California, pubblicato sulla rivista JAMA Network Open
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Salute

Sanità Informazione sospende gli aggiornamenti per la pausa natalizia. Grazie e auguri a tutti i lettori!

Sanità Informazione sospende gli aggiornamenti per la pausa natalizia e, ringraziando tutti i suoi lettori, augura a tutti feste serene dando appuntamento al 7 gennaio 2025
Advocacy e Associazioni

Disabilità: ecco tutte le novità in vigore dal 1° Gennaio 2025

L’avvocato Giovanni Paolo Sperti, in un’intervista a Sanità Informazione, spiega quali saranno le novità in tema di legge 104/1992, indennità di accompagnamento e revi...
Advocacy e Associazioni

Natale, successo virale per il video dei ragazzi dell’Istituto Tumori di Milano

Il video di ‘Palle di Natale’ (Smile, It’s Christmas Day), brano scritto e cantato dagli adolescenti del Progetto giovani della Pediatria dell’Int, in sole 24 ore è stat...
Prevenzione

Ecco il nuovo Calendario per la Vita: tutte le vaccinazioni secondo le ultime evidenze scientifiche

Il documento affronta tutti gli strumenti per la prevenzione, dai vaccini contro il COVID-19 agli strumenti per combattere l’RSV, passando per i vaccini coniugati contro lo Pneumococco e quello ...
Advocacy e Associazioni

Amiloidoisi cardiaca: “L’ho scoperta così!”

Nella nuova puntata di The Patient’s Voice, Giovanni Capone, paziente affetto da amiloidosi cardiaca racconta la sua storia e le difficoltà affrontate per arrivare ad una diagnosi certa. ...