La richiesta lanciata dall’Advisory Board che ha messo a confronto società scientifiche e organizzazioni sindacali di medici con la Regione Basilicata in un incontro virtuale a cui ha partecipato l’Assessore regionale alla Salute Rocco Leone
«Situazione in ripresa, con una riduzione delle visite in presenza di almeno il 50%. In diversi punti sono state riaperte le prenotazioni, in particolare per le prime visite. I prenotati attuali vengono contattati quotidianamente perché uno dei problemi che ci si trova a dover gestire è distanziare temporalmente le visite le une dalle altre». Questa la fotografia della situazione delle liste d’attesa in Basilicata scattata dall’Advisory Board di Senior Italia FederAnziani che si è riunito in un incontro istituzionale con l’Assessore alla Salute della Regione Basilicata Rocco Leone.
«Nella fase 2 – spiega FederAnziani – molti ambulatori diabetici sono rimasti sempre aperti e anche l’attività domiciliare è proseguita regolarmente. I pazienti dunque non sono stati abbandonati a sé stessi. Ma ora il grave ritardo accumulato nei mesi di lockdown costringe a una ripartenza energica, che metta gli ambulatori specialistici territoriali della Basilicata in condizione di riprendere la loro normale attività di presa in carico di pazienti cronici e di attività diagnostica, anche attraverso un aumento delle ore degli specialisti convenzionati interni del territorio».
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«Durante i tre mesi di lockdown sono state gestite le priorità ma molti pazienti cronici sono stati trascurati. Ora si sta riprendendo a poco a poco ed è necessario impegnarsi per smaltire il pregresso – dichiara il Presidente di Senior Italia FederAnziani Roberto Messina riassumendo i risultati dell’incontro –. Nella fase 1 – continua – ad esempio la pneumologia territoriale non ha mai chiuso, gli ambulatori sono rimasti aperti con la possibilità di effettuare nuove diagnosi. Anche l’home care è continuato con i pazienti più fragili. I problemi sono adesso nella ripresa delle attività routinarie e programmate. Si stanno gestendo le situazioni prioritarie e le prime visite, ma è necessaria un’organizzazione importante per recuperare il pregresso e poter reinserire i cronici programmati che hanno bisogno di diversi controlli. Serve a tal fine un potenziamento del territorio».
«Il Board ha ricordato che i ritardi nelle diagnosi fanno sì che le patologie saranno intercettate a uno stadio più avanzato con rischi di salute per i cittadini e ulteriori costi per il servizio sanitario nazionale. In questo periodo – precisa FederAnziani – è aumentata la mortalità per infarto perché i pazienti non sono andati in ospedale. Molti cronici, affetti da scompenso cardiaco, fibrillazione atriale o patologie respiratorie, in questi mesi hanno ridotto il contatto con il proprio medico, spesso con una conseguente perdita di aderenza alla terapia. Le sostituzioni valvolari per le persone con patologie valvolari cardiache hanno visto bloccati gli interventi. Occorre ripartire, in questi e altri ambiti, rafforzando la specialistica del territorio, dando strumentazione adeguata, ma anche attivando un maggior numero di borse di specializzazione con maggiore lungimiranza».
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«Il Covid ha accentuato un problema che in parte esisteva da prima. Le liste d’attesa erano già il denominatore comune delle varie regioni – dichiara il Segretario Generale di Sumai Assoprof Antonio Magi -. È il momento buono per cominciare a investire seriamente per agevolare la presenza degli specialisti. Gli specialisti che servono li abbiamo anche in Basilicata, sono già in servizio, se riuscissimo a portarli da 20 a 38 ore avremmo già raddoppiato l’offerta della regione. Ma lo specialista va messo anche in un ambito di equipe in cui le varie figure facciano rete. Solo così il paziente può essere preso in carico in modo efficiente. Una volta uscito dall’ospedale deve trovare sul territorio una rete importante che lo possa seguire».
«Questa pandemia ci ha fatto scoprire le mancanze del nostro SSN e in particolare quelle del territorio. Io sto lavorando a un sistema di revisione evidenzia l’Assessore alla salute della Basilicata Rocco Leone che separi il territorio dalla rete ospedaliera perché un manager che lavori in maniera mista tenderà a investire sugli ospedali, abbandonando il territorio. Il segreto a mio avviso è tutto nel rafforzamento del territorio, con la presa in carico e la fidelizzazione del paziente. Le liste d’attesa possono essere abbattute solo investendo sul territorio, ad esempio sui medici sumaisti aumentando le ore perché la specialistica territoriale è fondamentale» conclude.
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