Di Silverio (Anaao Assomed) traccia l’identikit del prossimo ministro della Salute: «Spero sia un medico che ha vissuto una esperienza in ospedale, una persona non legata a lobby e condizionamenti e che abbia una visione a 360 gradi del Ssn»
«La firma definitiva dell’accordo quadro che definisce le aree di contrattazione elimina qualsiasi alibi per continuare a temporeggiare lasciando migliaia di medici e dirigenti sanitari dipendenti in uno stato di grave incertezza, nel silenzio più assordante del Governo e delle Regioni».
Sono le parole di Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao Assomed, che oggi ha inviato al Comitato di settore per la sanità la richiesta ufficiale di emanare in tempi rapidi l’atto di indirizzo che consente all’Aran di aprire le trattative per il rinnovo del contratto collettivo nazionale della dirigenza medica e sanitaria 2019-2021, peraltro già scaduto.
«La categoria – continua Di Silverio – stremata da anni di pandemia e da condizioni di lavoro non più sostenibili, non può essere schiacciata anche da meccanismi burocratici lenti e obsoleti, quali quelli oggi richiesti per arrivare all’apertura delle trattative, il cui unico scopo sembra essere quello di ritardare ogni forma di riconoscimento economico e professionale agli operatori e di confronto sul miglioramento delle loro condizioni di lavoro. Per questo l’Anaao Assomed chiede che le metodologie e i tempi della contrattazione dei medici e dei dirigenti sanitari dipendenti vengano ripensati per garantire maggiore coerenza con le esigenze del mondo del lavoro. Il Ccnl è lo strumento più importante per valorizzare e tutelare chi opera dentro la sanità pubblica: non averlo è grave e rinnovarlo sempre dopo la sua scadenza è oramai inaccettabile».
Di Silverio, in un’intervista all’Adnkronos Salute ha sottolineato anche quanto la «fuga dei medici dal Servizio sanitario nazionale sia diventata un’emergenza: ogni giorno in Italia 7 medici si dimettono dal loro incarico in ospedale, nel 2024 mancheranno 20 mila colleghi. È un campanello d’allarme che sta suonando a vuoto e la politica, anche in questa campagna elettorale, non sente. Che vogliamo fare? – chiede il segretario nazionale Anaao Assomed -. Vogliamo dare nei dibattiti spazio anche ai problemi della sanità?». Di Silverio chiede ai partiti di «parlare dei loro programmi per rilanciare la sanità pubblica in Italia e di farlo non chiusi nei palazzi, ma coinvolgendo chi ci lavora. È sempre più evidente che il futuro del Servizio sanitario nazionale non rientra nelle preoccupazioni della politica. Si parla di flat tax, di scuola, di pensioni, argomenti rispettabilissimi, ma di sanità non parla nessun partito in questa campagna elettorale. C’è un silenzio assordante e non si vede nessun programma per la sanità, non uno che a noi piaccia o meno, ma proprio nessuna proposta – continua Pierino Di Silverio -. Temo che si voglia sciftare verso l’autonomia differenziata – avverte – così avremo Regioni con possibilità economiche e altre che invece rimarranno indietro».
Tra un mese, esattamente il 14 settembre, è previsto a Roma il convegno “Prima di votare pensa alla Salute”, promosso dai sindacati della dirigenza medicina, veterinaria e sanitaria del Ssn che interrogano i partiti sul programma della sanità. «Il nuovo Governo deve sapere che non sarà accolto con il tappeto rosso, ma con un tappeto di camici bianchi – rimarca Di Silverio -. Se pensano lontanamente che i sindacati di oggi sono come quelli 10 anni fa, si sbagliano. Sono pronto a incatenarmi davanti al Ministero della Salute, se non si inizierà una seria programmazione di rilancio del Ssn e del suo personale. I cittadini meritano un’assistenza migliore e i medici di lavorare senza morire per i turni massacranti».
Su chi potrebbe essere il prossimo ministro della Salute, Di Silverio prova a definire un identikit: «Spero sia un medico che ha vissuto una esperienza in ospedale, una persona non legata a lobby e condizionamenti e che abbia una visione a 360 gradi del Ssn. Una persona – conclude Di Silverio – che capisca che senza le parti sociali non si può cambiare il mondo».
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