«La Cisl Medici Lazio, considerato che sono molte migliaia le prestazioni di diagnostica strumentale e le visite mediche specialistiche che devono essere smaltite con la ripresa delle attività ambulatoriali, chiede che le Asl definiscano con la massima chiarezza i tempi necessari alle nuove procedure per i controlli amministrativi, ambientali, organizzativi procedurali e tecnici in primaria […]
«La Cisl Medici Lazio, considerato che sono molte migliaia le prestazioni di diagnostica strumentale e le visite mediche specialistiche che devono essere smaltite con la ripresa delle attività ambulatoriali, chiede che le Asl definiscano con la massima chiarezza i tempi necessari alle nuove procedure per i controlli amministrativi, ambientali, organizzativi procedurali e tecnici in primaria tutela degli utenti e dello stesso personale sanitario». Così il comunicato sindacale a firma dei referenti SAI, il dottor Giuseppe Pergola e il dottor Nicola Buonaiuto.
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«Abbiamo già confermato la nostra disponibilità a collaborare con le Aziende per la ripresa delle attività ambulatoriali ordinarie e di recupero delle prestazioni rimaste in sospeso per l’emergenza Covid. La Cisl Medici chiede che le nuove risorse della specialistica ambulatoriale, ancor prima che sul mercato privato, vengano prioritariamente ricercate nel completamento orario degli specialisti convenzionati già impiegati nelle Asl a tempo indeterminato ma ancora ad orario parziale».
«I medici convenzionati – spiegano – sono quei professionisti, tutti specialisti in diverse discipline, che sono regolamentati dall’ “Accordo collettivo nazionale per la disciplina dei rapporti con i medici specialisti ambulatoriali, medici veterinari ed altre professionalità sanitarie”».
«La richiesta di ore di attività specialistica viene fatta dalle Aziende Sanitarie Locali, che la inviano ad un Comitato Zonale che le pubblica trimestralmente. Il comitato -continuano – valuta le adesioni degli specialisti e seguendo una graduatoria che si basa sull’anzianità di servizio attribuisce le ore richieste».
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«In questo modo molti specialisti lavorano in ambulatori e in strutture di diverse ASL in diversi territori nell’arco della stessa giornata o settimana, grazie alla assegnazione di ore che sono state richieste o in tempi successivi o con modifiche di orario».
«Il potenziamento permanente delle forze della specialistica aziendale per i prossimi anni a venire – dichiara la Cisl Medici – costituirà sia una fonte di risparmio sulle attività effettuate in gestione diretta sia una reale occasione per continuare a tenere in carico pazienti nel servizio pubblico con la dovuta continuità assistenziale. Ciò consentirà un rapido recupero delle prestazioni sospese per l’emergenza Covid ed un risparmio derivante dall’utilizzo di risorse interne senza la necessità di doversi rivolgere al privato».
«Auspichiamo pertanto – concludono il dottor Giuseppe Pergola e il dottor Nicola Buonaiuto – che vengano adottate con la massima sollecitudine le procedure per il completamento orario a 38 ore settimanali dei medici Specialisti Ambulatoriali Interni che ne faranno formale richiesta. Il tutto potendo sfruttare come fonte eccezionale e non ripetibile il finanziamento dedicato dalla normativa nazionale (DL 9/3/2020) recepita anche a livello regionale per l’incremento delle ore di specialistica ambulatoriale che detta «che le ASL possono procedere per gli anni 2020 e 2021 ad un aumento del monte ore della specialistica ambulatoriale convenzionata interna, con ore aggiuntive da assegnare nel rispetto dell’Accordo Collettivo Nazionale vigente, nel limite di spesa pari a 6 milioni per l’anno 2020».
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