Amsi, UMEM e UXU: «Bene controllare tutti i provenienti dai Paesi in cui l’epidemia è in fase acuta ma urge intensificare anche gli accordi bilaterali»
L’Associazione Medici di Origine Straniera (Amsi), la Comunità del mondo arabo in Italia (Co-mai) e l’Unione Medica Euro Mediterranea (Umem) presentano le loro statistiche sul Coronavirus nel mondo e in Italia grazie alla collaborazione dei rappresentanti in 72 paesi e le numerose ricerche e studi internazionali con esperti in materia.
«Sono statistiche – spiega Foad Aodi, Presidente Amsi e Co-mai e membro registro esperti e Gdl Salute Globale di FNOMCeO – che ci invitano tutti a non abbassare la guardia e continuare a rispettare le tre regole importanti e controllare bene tutti i confini (aeroporti, pullman, auto, treni e mare) per combattere il Coronavirus d’importazione senza distinzione in particolare nelle regioni dove c’è maggiore mobilità e dove si sono registrati contagi e focolai come il Lazio, Veneto, Lombardia, Puglia, Trento, Piemonte, Liguria, Sicilia, Calabria, Basilicata ed Emilia Romagna. Sicuramente va combattuta anche l’immigrazione irregolare che è in aumento nel mese di giugno e vanno tutelati diritti umani e universali in particolare in Libia e aiutare i Paesi di origine nelle loro battaglie contro l’immigrazione irregolare con progetti concreti di cooperazione internazionale in loco e far rispettare gli accordi bilaterali. Ribadiamo le nostre proposte e richieste urgenti al Governo Italiano: Tessera prevenzione Covid-19 per i migranti irregolari in tutte le regioni; aumentare i controlli sanitari nei centri dei migranti in Italia; controllare tutti i provenienti dai Paesi a rischio, sia migranti che turisti; coinvolgere di più i medici e i professionisti della sanità ed i medici di famiglia e i pediatri di origine straniera e italiani per intensificare la prevenzione e superare la difficoltà linguistica e la paura di rivolgersi alle strutture pubbliche per non essere denunciati; sostenere la Tunisia in questo momento difficile che sta provocando una maggiore immigrazione verso l’Italia, Francia e i Paesi europei; aver un ruolo più incisivo in Libia a favore dei diritti umani ed evitare tragedie e uccisioni dei migranti nei cpr come è successo ultimamente e succede da sempre con il silenzio di tutti; rivedere il sostegno, il finanziamento e il rispetto dei diritti umani e universali della Guardia costiera Libica».
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