L’avvocato Laila Perciballi, Referente per la FNO TSRM PSTRP per i rapporti con la cittadinanza, ha moderato l’incontro con le associazioni delle famiglie con persone con disabilità organizzato dall’Ordine TSRM e PSTRP di Roma e provincia
Si è svolta il 10 marzo la giornata di ascolto tra i professionisti sanitari dell’Ordine TSRM e PSTRP di Roma e le associazioni dei familiari delle persone con disabilità dal titolo “Voci dalla distanza: emergenza Covid e diritto al welfare. La sfida del territorio”. Un momento di ascolto e di condivisione con la testimonianza di tante mamme che con coraggio si sono messe in gioco per portare avanti le istanze di queste famiglie. Tra i relatori dell’evento, promosso dal Presidente della CdA degli Educatori professionali Nicola Titta, ci sono stati Elena Patrizia Improta, Presidente della Onlus Oltre Lo Sguardo, Stefania Stellino, Presidente Angsa Lazio Area Scuola Fish Lazio, Giampiero Griffo, Coordinatore del Comitato tecnico-scientifico dell’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, Pietro Barbieri, Presidente del Gruppo di Studio sui diritti delle persone con Disabilità CESE (Comitato Economico Sociale Europeo) e Arianna Felicetti, Organizzazione Sindrome di Angelman.
Tra i relatori l’avvocato Laila Perciballi, Referente per la FNO TSRM PSTRP per le relazioni con la cittadinanza e la promozione dei valori dell’Ordine. «L’ascolto attivo, il dialogo, gli interventi specifici e autonomi di natura intellettuale, relazionale ed educativa necessari per instaurare e mantenere una efficace relazione tra professionista sanitario, persona assistita e persone di riferimento costituiscono elementi qualificanti del tempo di cura ha sottolineato Perciballi -. Dobbiamo essere promotori del cambiamento della sanità dando effettività ai valori espressi nella Costituzione etica attraverso l’equità di accesso alla sanità, la prossimità, la territorialità, l’ascolto dei bisogni di salute delle persone e delle comunità, il dialogo con le istituzioni e la cittadinanza, l’innovazione, la sostenibilità».
«La FNO TSRM PSTRP è pronta a realizzare un protocollo di intesa tra i professionisti sanitari, le istituzioni e le associazioni per iniziare un cammino di inclusione, partecipazione, interazione, che metta al centro le persone e le loro abilità» conclude l’avvocato Perciballi.
La persona al centro della Costituzione etica
«La persona – ha sottolineato Perciballi – deve essere al centro di un patto di reciproco sostegno. I Professionisti sanitari ed i cittadini devono essere, insieme alle istituzioni, protagonisti del cambiamento colmando le lacune rese evidenti (ma già esistenti) dal Covid che rendono la medicina territoriale, i servizi di prossimità, i servizi domiciliari obiettivo prioritario e non procrastinabile della società».
L’avvocato Perciballi è al lavoro al progetto della Costituzione etica delle 19 professioni sanitarie afferenti all’Ordine: nella fase di ‘confronto’ sono pervenuti oltre 50 contributi dal mondo delle professioni sanitarie, delle società scientifiche, della cittadinanza, e delle altre Federazioni. «Nella Costituzione della Federazione – continua l’avvocato – si sottolinea che “equità in salute significa pari capacità di beneficiare dell’accesso ai servizi sanitari e alle prestazioni di qualità, da parte di ogni persona ed in ogni parte del territorio, secondo appropriatezza, nel rispetto dei principi di proporzionalità e giustizia distributiva, riguardo ai bisogni di salute del singolo e dei componenti della comunità.” Per fare ciò “l’equità in salute necessita di risorse adeguate, di una programmazione idonea e trasparente che tenga conto del bilanciamento degli interessi virtuosi e dei bisogni effettivi».
«Nella Costituzione etica – aggiunge Perciballi – non è presente la parola disabilità, non perché la Costituzione etica non abbia preso in esame la questione; anzi, è stato motivo di frequenti riflessioni e discussioni; noi abbiano preso in esame la persona perché per la Federazione, il disabile è prima di tutto persona. La pandemia ci ha reso evidente come non esiste una normalità; la nostra quotidianità del passato è diventata eccezionalità. Siamo tutti diventati in qualche modo “disabili” durante la pandemia, abbiamo perso la possibilità di relazionarci, di uscire, di frequentare il posto di lavoro, di vedere gente. In questo periodo di grande vulnerabilità della società, credo che siamo diventati tutti uguali. Tutte le persone nelle proprie case, disabilitate da tutte le attività fatte in precedenza. Quindi non inserire la parola disabilità non è stata una mancanza, ma una scelta frutto di profonde riflessioni proprio perché si vogliono mettere al centro le “abilità”».
Il concetto di disabilità nel tempo
Il concetto di disabilità ha subito nel tempo una profonda revisione, sia dal punto di vista scientifico che culturale e sociale. «Questa evoluzione – spiega Perciballi – è evidente, anche mettendo a confronto il testo della Legge 104/1992 e quello della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (datata 30 marzo 2007). Nel testo della Legge 104 leggiamo: “È persona handicappata colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione”. La Convenzione internazionale, invece, recita “per persone con disabilità si intendono coloro che presentano durature menomazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali che in interazione con barriere di diversa natura possono ostacolare la loro piena ed effettiva partecipazione nella società su base di uguaglianza con gli altri”. Con la Costituzione Etica della Federazione si è fatto un salto ancora in avanti e abbiamo voluto dare rilevanza alla “persona”. Dovendo scegliere il termine corretto teniamo quindi sempre presente che la disabilità non è una malattia, bensì una condizione momentanea nella quale una persona non riesce a fare qualcosa, superabile se vengono messi a disposizione gli strumenti giusti. Per questo motivo, la Commissione Costituzione etica ha deciso di bandire tutte quelle parole che rimandano a un concetto di disabilità come sofferenza e dolore, impedimento o costrizione, incapacità. Utilizzare il termine “diversamente” non migliora le cose e, anzi, crea ulteriore discriminazione. Dire “diversamente abile” o “con diverse abilità” lascia intendere che qualcuno sia comunque “diverso” dagli altri e quindi, in un certo senso, inferiore.
Obiettivo dell’incontro organizzato dalla CdA degli Educatori professionali dell’Ordine TSRM e PSTRP quello di portare alle istituzioni proposte concrete di concerto con il mondo delle associazioni per offrire un aito concreto a queste famiglie soprattutto in tempi di pandemia.