Il nuovo servizio gratuito di videovisita dal Fatebenefratelli-isola tiberina. Con lo smartphone e l’aiuto di un figlio o di un nipote, lo specialista potrà valutare in diretta la mobilità del paziente
«Nasce al Fatebenefratelli-Isola Tiberina – si legge in una nota dell’ospedale romano – il servizio ambulatoriale gratuito di Videovisita dedicato all’assistenza a distanza dei pazienti anziani con frattura del collo del femore che necessitano di controlli successivi all’intervento. I primi appuntamenti saranno a disposizione già da giovedì 30 luglio».
«Si tratta di persone estremamente fragili – spiega l’ospedale – data l’età molto avanzata, che hanno grosse difficoltà a spostarsi e necessitano di qualcuno che li accompagni. Basterà un semplice smartphone, eventualmente con l’aiuto di un figlio o di un nipote, per dare la possibilità allo specialista di valutare in diretta la mobilità del paziente. Lo strumento della Videovisita – spiega il Direttore dell’Unità di Ortopedia all’Isola Tiberina, Vincenzo Sessa – offre la possibilità al medico ortopedico di entrare ‘in casa’ della persona, verificare il suo stato di salute, i progressi fatti, senza che questa debba recarsi in Ospedale».
«Il nuovo sistema, che sfrutta le potenzialità delle tecnologie di comune utilizzo, è pensato per restare accanto alla persona non solo in funzione del periodo di distanziamento sociale imposto dalle misure anti-Covid ma anche come nuovo modello di assistenza sanitaria». L’unico trattamento utile nel paziente anziano con frattura del femore – chiarisce lo specialista – è l’intervento chirurgico e va effettuato in maniera tempestiva, entro le 48 ore dall’evento traumatico, per aumentarne le probabilità di sopravvivenza -. In questo percorso, dunque, anche la riabilitazione precoce diventa importante. Gli incontri di Videovisita si possono prenotare – conclude l’ospedale – hanno cadenza mensile e proseguono fino al recupero completo della mobilità del paziente».
«Ogni anno – comunica il Fatebenefratelli-Isola Tiberina – qui vengono trattati più di 100 pazienti over 65 con frattura del collo del femore; nella maggior parte dei casi si tratta di persone con un’età superiore ai 90 anni. Non di rado vivono da soli e non hanno figli, ma solo parenti in linea collaterale, pertanto a volte la loro persona di riferimento può essere un vicino di casa o il membro di un’associazione o di una parrocchia. Talora questi utenti sono affetti da disturbi cognitivi più o meno gravi che, con la degenza e l’intervento, inevitabilmente si accentuano.
«In circa la metà dei casi, i pazienti, per lo più donne, dopo l’intervento vengono avviati presso una struttura convenzionata per la riabilitazione. Nell’altra metà dei casi, non rientrano nei parametri di autosufficienza richiesti dai Centri di Riabilitazione, pertanto sono costretti a rientrare direttamente a casa, con conseguenti grandi difficoltà organizzative, ovviamente, poiché solo una parte di loro ha la possibilità di avere una badante o ha un parente che può accoglierlo nella sua abitazione. Il 25% dei pazienti recupera la condizione psico-fisica antecedente alla frattura, mentre un altro 25% purtroppo non sopravvive a un anno di distanza. Il restante 50%, quindi la maggioranza, sopravvive ma con un aumentato grado di disabilità. Il completo recupero, anche nei pazienti più giovani e con minori co-morbidità, si realizza solo dopo mesi».
«La frattura del collo del femore – spiegano gli esperti – è determinata abitualmente da una banale caduta o a volte da una semplice torsione della gamba in pazienti affetti da osteoporosi. Fondamentale la prevenzione che l’Unità di Ortopedia del Fatebenefratelli-Isola Tiberina svolge attraverso un ambulatorio dedicato alla prevenzione e cura dell’osteoporosi, in collaborazione con l’Unità di Endocrinologia e Diabetologia.
«Oggi le linee guida regionali impongono che tutti i pazienti con frattura del femore vengano sottoposti ad intervento, unica possibilità di sopravvivenza. L’intervento deve essere effettuato entro le 48 ore, in quanto è stato dimostrato che un intervento precoce aumenta la percentuale di sopravvivenza. Un aspetto molto importante è anche la riabilitazione precoce. L’organizzazione del Reparto di Ortopedia dell’Ospedale prevede infatti l’intervento di una terapista della riabilitazione già il giorno successivo all’intervento, con l’obiettivo di iniziare la deambulazione il più precocemente possibile» concludono.
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