Voci della Sanità 20 Giugno 2017 15:31

IRCCS Galeazzi: primo studio sulle tecniche mininvasive per cura calcificazioni alla spalla

È il primo studio che intende aiutare i radiologi interventisti a stabilire se utilizzare uno o due aghi per il trattamento ecoguidato mini-invasivo della tendinopatia calcifica della cuffia dei rotatori. Pubblicato sulla rivista Radiology, lo studio è stato condotto dall’équipe del professor Luca Maria Sconfienza, professore associato presso l’Università degli Studi di Milano e Direttore […]

È il primo studio che intende aiutare i radiologi interventisti a stabilire se utilizzare uno o due aghi per il trattamento ecoguidato mini-invasivo della tendinopatia calcifica della cuffia dei rotatori. Pubblicato sulla rivista Radiology, lo studio è stato condotto dall’équipe del professor Luca Maria Sconfienza, professore associato presso l’Università degli Studi di Milano e Direttore dell’Unità Operativa di Radiologia presso l’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi.

I risultati mostrano che in caso di calcificazioni dure, la procedura risulta più breve e più agevolata se si utilizzano due aghi, mentre in caso di calcificazioni fluide è meglio utilizzare un solo ago. «In termini di risultati clinici dopo un anno di follow-up non c’era alcuna differenza significativa tra trattamento ecoguidato con singolo e doppio ago. Inoltre, a distanza di 12 mesi, con entrambi i trattamenti non sono state rilevate calcificazioni residue o nuove, né lesioni del tendine ove erano presenti gli iniziali depositi di calcio» ha affermato il professor Sconfienza.

La tendinopatia calcifica è una condizione in cui i depositi di calcio si formano nei tendini della cuffia dei rotatori, un gruppo di quattro tendini che garantiscono la mobilità della spalla. Questa condizione, che si verifica in circa il 20% delle spalle dolorose, provoca una sintomatologia estremamente variegata, da un lieve fastidio fino a un dolore insopportabile.

«Il trattamento ecoguidato mini-invasivo è ampiamente diffuso in tutto il mondo ed è attualmente il metodo più impiegato in questa patologia perché è rapido, minimamente invasivo e con un bassissimo rischio di complicanze» ha dichiarato il professor Luca Maria Sconfienza.

Lo studio ha coinvolto 211 pazienti (77 uomini e 134 donne di età compresa tra 24 e 69 anni), con calcificazione della cuffia dei rotatori confermata ecograficamente, che sono stati sottoposti ad irrigazione percutanea a ultrasuoni tra il 2012 e il 2014 con uno o due aghi.

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