«Il testo della legge non interviene su tutte quelle tipologie di rapporto in cui tra le parti si inserisce un terzo soggetto che, in qualità di soggetto mediatore, trattiene una parte del compenso del professionista»
«Accogliamo con molta soddisfazione l’approvazione da parte della Camera dei deputati della proposta di legge n.338, che disciplina la materia dell’equo compenso per le prestazioni rese dai professionisti». Lo dichiara Federico Conte, presidente dell’Ordine degli Psicologi del Lazio, in una nota.
«Il tema della debolezza del professionista nella contrattazione della propria prestazione è un problema molto avvertito e diffuso, soprattutto tra i lavoratori più giovani, nell’ambito del mondo sanitario e non solo. La criticità di questa circostanza si palesa soprattutto quando il lavoratore, confrontandosi con una committenza definibile come “forte” per natura, dimensioni o fatturato, è sottoposto una forma di concorrenza al ribasso che lo induce a svalutare il valore della propria prestazione. Questa dinamica produce evidentemente un effetto distorsivo non solo sul compenso del professionista, ma sulla qualità della stessa opera prestata. Questo intervento legislativo, nel definire in modo più puntuale i margini della contrattazione, si muove quindi nella giusta direzione».
«Aggiungiamo però un’osservazione – prosegue Conte – che ci auguriamo venga recepita nel passaggio del provvedimento al Senato. Il testo della legge, nella formulazione attuale, non interviene su tutte quelle tipologie di rapporto in cui tra le parti si inserisce un terzo soggetto che, in qualità di soggetto mediatore, trattiene una parte del compenso del professionista. È il caso ad esempio del privato convenzionato, che coinvolge migliaia di professionisti nell’ambito sociale e sanitario. Crediamo che un provvedimento determinato ad affrontare in modo risolutivo le anomalie nella contrattazione della libera professione debba prendere in considerazione anche questa fattispecie».
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