Voci della Sanità 7 Febbraio 2023 19:08

Lotta all’HIV, arriva il supporto dei medici di famiglia per scovare il sommerso

«Si stima che in Italia ci siano circa 10mila persone inconsapevoli di essere infette dal virus dell’HIV. Il Medico di famiglia è impegnato nell’emersione del sommerso e nel seguire i pazienti in trattamento, visto che l’aspettativa di vita si è notevolmente allungata» sottolinea Alessandro Rossi, Responsabile SIMG Patologie Acute

È fondamentale parlare di HIV non solo in occasione della Giornata mondiale contro l’AIDS del 1 dicembre. È una pandemia strisciante; non esiste un vaccino e prevale ancora poca conoscenza, soprattutto tra i giovani. Il Report annuale dell’Istituto Superiore di Sanità, pubblicato a fine novembre 2022, ha rilevato che il trend delle nuove diagnosi di HIV negli ultimi 10 anni è in diminuzione, ma aumentano le diagnosi tardive, con oltre 2/3 delle persone che la riceve quando ha già i sintomi dell’infezione o patologie correlate. La positività inoltre spesso si trasforma rapidamente in AIDS: 8 persone su 10 con AIDS hanno scoperto di essere HIV positive nei sei mesi precedenti alla diagnosi di malattia. Per questo è importante che insieme al progresso scientifico che ha permesso di cronicizzare l’infezione da HIV si intervenga con misure su diversi piani: il supporto agli infettivologi può giungere dai medici di famiglia, dalle istituzioni e dal territorio.

IL PROGETTO SIMG PER FORMARE I MEDICI DI FAMIGLIA CONTRO LE MALATTIE INFETTIVE – Sulle nuove sfide poste dall’HIV si è incentrato il webinar HIV oggi. Le nuove cronicità tra diagnosi tardive e un sommerso da scovare. Come prendersi carico del malato e delle sue comorbidità“, terza tappa del progetto istituzionale We stand with public health: a call to action for infectious disease. The actual and the future vision“, organizzato da Regia Congressi con il patrocinio della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie – SIMG e della Società italiana di Malattie Infettive e Tropicali – SIMIT, con il contributo non condizionante di Gilead Sciences, presentato lo scorso luglio presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati.

IL DOPPIO RUOLO DEL MEDICO DI FAMIGLIA

«Il Medico di Medicina Generale può favorire diagnosi precoci e migliorare l’assistenza al paziente in trattamento – sottolinea Alessandro Rossi, Responsabile Patologie Acute SIMG – Si stima che in Italia ci siano almeno 120mila persone con infezione da HIV, di cui circa 100mila in terapia antiretrovirale, ma almeno 10mila inconsapevoli di essere infette e che possono trasmettere il virus. Pertanto è indispensabile avviare tutte le strategie possibili per far emergere il “sommerso” con campagne di screening. Il Medico di famiglia deve valutare la presenza dell’HIV in base allo stile di vita, alla provenienza da zone ad alta endemia, a eventuali patologie correlate, ma soprattutto deve testare il più possibile. Inoltre, poiché l’aspettativa di vita dei pazienti in trattamento si è notevolmente allungata, il MMG deve occuparsi di malattie che possono presentarsi più frequentemente, quali patologie cardiovascolari come dislipidemie e coronaropatie, insufficienza renale e complicazioni urologiche, comorbidità neuropsichiatriche».

LO SCENARIO INFETTIVOLOGICO

«Con la terapia antiretrovirale disponiamo di trattamenti efficaci e ben tollerati che permettono di azzerare la trasmissione dell’infezione da HIV se si segue con regolarità il trattamento (U=U), ma persiste una scarsa conoscenza di gran parte dell’opinione pubblica – sottolinea il Prof. Marco Borderi, infettivologo SIMIT – Il miglioramento delle terapie riguarda anche l’invecchiamento delle persone con HIV e la necessità di gestire le comuni comorbosità legate all’età, i farmaci necessari per il loro controllo e la contemporanea terapia antiretrovirale; questa reciprocità di interazioni implica la necessità di un approccio multidisciplinare complesso che formi e coinvolga plurimi professionisti e figure per un miglioramento della qualità della vita delle persone con HIV».

«Con i dati del 2021 assistiamo a un ritorno dei casi ai livelli prepandemia – evidenzia Barbara Suligoi, COA ISS – L’alto numero di diagnosi tardive poi implica che i pazienti non ricevano le terapie e possano trasmettere involontariamente l’infezione ai propri partner. Inoltre non c’è una percezione del rischio HIV: in Italia si pensa che sia un problema del passato e relegato solo ad alcuni gruppi di popolazione. Servono dunque campagne che facilitino l’accesso al test, iniziative per coinvolgere i giovani, promozione dei test rapidi e home testing, maggiore informazione, un’alta attenzione sui rapporti sessuali non protetti che sono all’origine di tante Infezioni Sessualmente Trasmesse a partire proprio dall’HIV».

PRESTO LA RIFORMA DELLA LEGGE 135/90

«Con questa nuova legislatura auspichiamo di portare a compimento il processo di approvazione della proposta di legge necessaria per aggiornare la Legge 135/90, che entro la fine del mese sarà calendarizzata in Commissione Affari Sociali  – ha affermato l’On. Mauro D’Attis, già primo firmatario della pdl – Manterremo concetti essenziali come il contrasto dello stigma sociale, l’accesso omogeneo alle cure, l’assoluta garanzia della riservatezza, la specializzazione nell’approccio terapeutico, una campagna di sensibilizzazione ed educazione sanitaria in favore dei più giovani. Parallelamente terremo conto dei nuovi e più efficaci approcci alla prevenzione e della nuova situazione delle persone HIV positive, come la qualità di vita e l’accesso alle terapie innovative. L’impegno è per favorire informazione, ricerca, sorveglianza epidemiologica e volontariato; adeguamento dei reparti di malattie infettive e del personale sanitario; svolgimento di formazione e aggiornamento professionale; potenziamento dei servizi territoriali; rafforzamento delle funzioni dell’Istituto Superiore di Sanità in materia di sorveglianza, raccolta di dati epidemiologici e presidio di nuove emergenze infettive».

COVID, EPATITI, HIV TRA LE PRIORITA’ DI MMG  E SPECIALISTI  CONTRO LE MALATTIE INFETTIVE

Il progetto per la formazione dei Medici di famiglia contro le malattie infettive è partito a ottobre, con il primo incontro sul COVID-19; è poi proseguito a dicembre con l’incontro sull’Epatite C e si concluderà in primavera con l’ultimo appuntamento relativo all’Epatite Delta. Questo terzo approfondimento ha riguardato l’HIV. Particolare attenzione anche per le Fast-Track Cities, le città – dieci in Italia – che hanno firmato la Dichiarazione di Parigi per raggiungere determinati target nella lotta all’HIV attraverso iniziative ad hoc. Al webinar hanno partecipato On. Mauro D’Attis, V Commissione Camera dei Deputati (Bilancio, Tesoro e Programmazione); Francesco Maraglino, Direttore Ufficio 5 (Struttura Complessa) – Prevenzione delle Malattie Trasmissibili e Profilassi Internazionale, Ministero della Salute, Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria; Barbara Suligoi, Responsabile Centro Operativo AIDS, ISS; Lamberto Nicola Giorgio Bertolé, Assessore Welfare e Salute, Comune Milano; Sara Funaro, Assessore Educazione, welfare e immigrazione, Comune Firenze; Prof. Massimo Andreoni, Direttore Scientifico SIMIT; Prof. Claudio Cricelli, Presidente SIMGIgnazio Grattagliano, segretario SIMG Puglia e responsabile SIMG area gastroenterologia; Francesco Lapi, Direttore Ricerca Health Search, Istituto di Ricerca SIMG Firenze; Alessandro Rossi, Responsabile SIMG Patologie Acute e Segretario SIMG Umbria; Prof. Marco Borderi, Unità Malattie Infettive, Policlinico Sant’Orsola Malpighi, Bologna. A moderare il giornalista scientifico Daniel Della Seta.

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