L’associazione nei prossimi giorni si interfaccerà con tutte le forze politiche per richiedere tavoli di discussione sugli emendamenti al Disegno di legge 2350 su “Interventi finalizzati a garantire un giusto ristoro in favore dei medici deceduti o che hanno riportato lesioni o infermità di tipo irreversibile a causa dell’infezione da SARS-CoV-2”
«“Medici a mani nude” è un’associazione libera di persone, tutte familiari di Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta deceduti a seguito di contagio da Covid-19», afferma Gennaro Avano, Presidente di “Medici a mani nude”. L’associazione nei prossimi giorni si interfaccerà con tutte le forze politiche per richiedere tavoli di discussione sugli emendamenti al Disegno di legge 2350, recante “Interventi finalizzati a garantire un giusto ristoro in favore dei medici deceduti o che hanno riportato lesioni o infermità di tipo irreversibile a causa dell’infezione da SARS-CoV-2”, a prima firma della senatrice Maria Cristina Cantù (Lega) che in questi giorni è in fase emendativa al Senato.
«Tra di noi ci sono madri e padri, mogli e mariti rimasti vedovi, figli e figlie rimasti orfani. Tutti hanno perso una figura fondamentale nella loro vita e nella loro famiglia – prosegue Avano -. Si tratta di medici eroi, come sono stati definiti, stroncati in poche ore o dopo lunga agonia da questo maledetto virus che non perdona, contratto nel pieno esercizio delle loro funzioni prima barriera e punto di riferimento per i tanti pazienti disorientati e in difficoltà nel periodo di massima emergenza sanitaria».
«Nasciamo con l’intento di unire le forze, abbracciarci e sostenerci, ma anche di far sentire le nostre ragioni, il nostro dolore, e ottenere dallo Stato il riconoscimento del valore dell’operato dei nostri medici, dei nostri eroi, affinché la loro perdita non sia solo un numero che fa notizia al telegiornale. Vogliamo mantenere orgogliosamente vivo il loro ricordo, in nome del valore, del coraggio, dell’abnegazione e dell’impegno che hanno profuso durante la pandemia nell’espletamento delle loro funzioni di salvaguardia della salute pubblica», conclude Gennaro Avano.