Il Prof. Stefano Ginanni Corradini (Policlinico Umberto I): “Fondamentale la presa in carico tempestiva e il corretto indirizzamento ai centri per il trapianto. Anche il solo inserimento in lista d’attesa ha una ricaduta positiva sulla salute dei pazienti. Davvero confortanti i dati sull’aspettativa di vita post-trapianto. Fondamentale il ruolo dei centri territoriali, come Città Bianca, per lo screening e individuazione dei pazienti candidabili”
Si è svolta all’Auditorium dell’INI Città Bianca, struttura sanitaria di Veroli del Gruppo INI, la conferenza “Come e quando riferire un paziente al Centro Trapianto di Fegato e come instaurare il co-management successivo”, presieduta da un relatore illustre, il Prof. Stefano Ginanni Corradini, Professore Associato di Gastroenterologia, Responsabile Lista d’attesa del trapianto di fegato, Università La Sapienza – Policlinico Umberto I di Roma, luminare del trapianto di fegato.
I dati e gli studi internazionali presentati dal Prof. Ginanni Corradini, lui stesso autore sul tema di numerose pubblicazioni sulle più importanti riviste scientifiche, e l’esperienza maturata al Policlinico Umberto I dimostrano come sia fondamentale lo screening del paziente candidabile a trapianto, l’indirizzamento alle strutture adeguate, come il Policlinico Umberto I di Roma, e seguire le giuste tempistiche per avviare il percorso che giunge al trapianto di fegato. E’ dimostrato dai dati infatti, che seguire queste best practice, nei giusti tempi, porta a esiti estremamente favorevoli per i pazienti in termini di sopravvivenza, aspettativa e qualità di vita.
“Il trapianto di fegato – dice il Prof. Ginanni Corradini – è una cura eccezionale per i giusti pazienti correttamente inquadrati, con risultati molto efficaci e con grandi benefici per pazienti con cirrosi epatica e tumore primitivo del fegato. Purtroppo non tutti i pazienti che potrebbero beneficiare di questa terapia vengono correttamente inviati ai centri trapianto. E’ fondamentale la collaborazione con le strutture territoriali, come Città Bianca, con cui stiamo avviando un progetto comune e implementando delle metodologie per fare in modo che tutti i cittadini che soffrono di queste patologie possano nel futuro più prossimo accedere nel modo idoneo al trapianto di fegato”.
Il Professore ha infine ribadito come la tempistica e la celerità della prima visita trampiantologica sia determinante per il paziente e come tutti abbiano uguale diritto di accedere a questo percorso. Sulla stessa linea della condivisione e integrazione tra strutture sanitarie anche il Dott. Carmine Romaniello, Risk Manager del Gruppo INI: “Lo scopo di questo incontro con il Prof. Ginanni Corradini è quello di creare a Città Bianca un’unità di valutazione al trapianto di fegato con la quale indirizzare i pazienti interessati dalle patologie del fegato, e che non hanno un riferimento sul territorio, verso strutture idonee all’inserimento dei pazienti nelle liste d’attesa”.
Momento emozionante in chiusura del convegno, il saluto di Valeria che ha raccontato il suo percorso e la sua esperienza diretta di paziente trapiantata, ormai 17 anni fa. Nel suo intervento ha ricordato l’importanza di un corretto indirizzamento del paziente al trapianto di fegato per continuare a vivere, con una qualità di vita davvero notevole e con un invito a tutti: “Donate”.
Sono oltre 1000 in Italia i pazienti interessati al trapianto di fegato (fonte Centro Nazionale Trapianti, anno 2021). Ma se questo è il dato dei pazienti già inseriti in lista d’attesa, quindi di fatto già presi in carico dal Servizio Sanitario, molti ancora sono i pazienti che potrebbero giovarsi del trapianto ma non vengono riferiti affatto ai centri trapianto oppure vengono inviati troppo tardi. Ed è per questo che riveste una grande importanza il progetto avviato oggi a Città Bianca.
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