«L’ipotesi delle isole Covid free è un buon punto di partenza, a patto che si allarghi immediatamente a tutti gli altri siti turistici di pregio del nostro Paese», spiega la vicepresidente della Commissione Affari Sociali
«Il governo indichi con chiarezza le priorità del Piano vaccinale, che devono contemplare sicuramente il completamento della vaccinazione delle persone fragili e quelle più a rischio. Prevedendo subito dopo la necessità di riavviare i motori del turismo, settore che ha sofferto più di tutti la crisi e, al tempo stesso, quello che per primo può guidare la ripartenza economica. L’ipotesi delle isole Covid free è un buon punto di partenza, a patto che si allarghi immediatamente a tutti gli altri siti turistici di pregio del nostro Paese. Senza voler privilegiare nessuno, ma da qualche parte si deve pur ricominciare in attesa dell’immunità di gregge». Queste le parole di Michela Rostan, vicepresidente della Commissione Affari sociali della Camera.
«La corsa indiscriminata all’approvvigionamento di vaccini – prosegue Rostan – vede l’Italia in grave ritardo rispetto agli altri Paesi UE. La Germania viaggia ad oltre seicentomila vaccinazioni al giorno, la Francia e la Spagna avanzano a ritmi di cinquecentomila al giorno. Noi fatichiamo ad arrivare alle 200mila dosi giornaliere. Una discriminazione inaccettabile che deve essere colmata al più presto. La verità è che qui da noi la coperta è corta e, ad aggravare la situazione, c’è il caos comunicativo che alimenta incertezze e perplessità, oltre all’odioso fenomeno dei furbetti salta fila con 2 milioni di vaccinazioni considerate ‘anomale’ su un totale di dieci milioni complessivi. In queste condizioni il rischio di ripartire dopo tutti gli altri è sempre più concreto. E non ce lo possiamo permettere».
«Non si doveva arrivare a questo punto – conclude la vicepresidente della Commissione Affari sociali – e non credo che alimentare polemiche sia la strada giusta per uscirne. Da mesi sto chiedendo, prima al governo Conte, poi a quello attuale, di velocizzare tutte le procedure per la produzione dei vaccini in Italia, unico sistema concreto per fare fronte alla carenza di dosi. Senza questo passaggio, saremo costretti ad assistere ancora per molto alla penosa diatriba su chi ha diritto a vaccinarsi per primo».