One Health 13 Novembre 2024 15:39

Antibiotico resistenza, conflitti e crisi umanitarie mettono a rischio elevato di infezioni milioni di sfollati

L’allarme arriva, quasi in contemporanea, da uno studio pubblicato su Lancet Infectious Diseases e da un rapporto di  Medici senza Frontiere

di I.F.
Antibiotico resistenza, conflitti e crisi umanitarie mettono a rischio elevato di infezioni milioni di sfollati

I conflitti e le crisi umanitarie stanno esponendo milioni di sfollati al rischio elevato di infezioni causate da batteri resistenti agli antibiotici. È l’allarme che arriva quasi in contemporanea da uno studio pubblicato su Lancet Infectious Diseases e da un rapporto di  Medici senza Frontiere. Secondo l’Unhcr, alla fine del 2023 nel mondo si contavano 117,3 milioni di persone sfollate a causa di conflitti, persecuzioni, violazioni dei diritti umani. Oltre 43 milioni sono rifugiati e il 75% di loro è ospitato in Paesi a basso e medio reddito. La ricerca, condotta dagli scienziati della farmaceutica Pfizer e del Migrant Health Research Group della University of London, ha analizzato 41 studi che avevano coinvolto complessivamente quasi 17mila rifugiati e richiedenti asilo, constatando come avessero una probabilità quasi tre volte più alta di contrarre batteri resistenti ai farmaci rispetto alla popolazione del Paese ospitante.

Quali sono i fattori che determinano questo incremento di rischi

Il report di Medici senza Frontiere sottolinea, invece, quali sono i fattori che determinano questo incremento di rischio. I conflitti innanzitutto, che agiscono come “un moltiplicatore di forza per la resistenza antimicrobica”, si legge. Da Gaza all’Afganistan, passando per Yemen e Siria, “questi contesti, già destabilizzati dalla violenza e dagli sfollamenti, spesso soffrono di sistemi sanitari gravemente indeboliti, forniture mediche inadeguate, una carenza critica di operatori sanitari e una governance frammentata”. A ciò si aggiungono le condizioni di vita: essere “costretti a vivere in campi sovraffollati con condizioni di vita deplorevoli, accesso limitato all’acqua e ai servizi igienici e un alto livello di esposizione a malattie infettive” è un altro motore dell’antibiotico-resistenza. Infine, gli effetti dei cambiamenti climatici,  che “vanno dalla scarsità d’acqua agli eventi meteorologici estremi” che “possono rendere non funzionali gli  impianti di trattamento delle acque reflue e fognarie, portando a una maggiore contaminazione delle fonti idriche con antibiotici e microbi resistenti”, conclude il rapporto.

 

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