Cdc: “Importante che finora non sia stata rilevata alcuna diffusione da persona a persona dell’influenza aviaria H5N1”
“Un caso sporadico di malattia grave da influenza aviaria H5N1 in una persona non è inaspettato”. A precisarlo in una nota sono i Centers for Disease Control and Prevention (Cdc), in riferimento al paziente ricoverato in Louisiana con una forma severa dell’infezione. Si tratta del “primo caso di malattia grave collegata al virus negli Stati Uniti”, segnalano i Cdc. Ma “questo caso – puntualizzano – non modifica la valutazione complessiva del rischio immediato per la salute pubblica derivante dall’influenza aviaria H5N1, che rimane basso”. Gli esperti, in altre parole, si aspettavano che prima o poi ci sarebbe stato un caso più serio degli altri, finora perlopiù caratterizzati da sintomi lievi. “L’infezione da virus dell’influenza aviaria A/H5N1 – spiegano – è stata precedentemente associata a gravi malattie umane in altri Paesi nel 2024 e negli anni precedenti, e anche a malattia che ha causato la morte”. Quello che viene ritenuto importante dall’agenzia Usa è che finora “non è stata rilevata alcuna diffusione da persona a persona dell’influenza aviaria H5”.
Questo caso, ragionano gli esperti Cdc, “sottolinea che, oltre alle attività commerciali di pollame e latticini interessate, anche gli uccelli selvatici e gli allevamenti di animali da cortile possono essere una fonte di esposizione. Le persone esposte per lavoro o altri motivi ad animali infetti sono a più alto rischio di infezione e dovrebbero seguire le precauzioni raccomandate dai Cdc quando si trovano in prossimità di animali infetti o potenzialmente infetti dal virus dell’influenza aviaria H5N1. Ciò significa che anche i proprietari di allevamenti di animali da cortile, i cacciatori e gli appassionati di uccelli dovrebbero prendere precauzioni”. Il modo migliore per prevenire, fanno notare i Cdc, è “evitare l’esposizione quando possibile. Gli uccelli infetti rilasciano i virus dell’influenza aviaria A nella saliva, nelle mucose e nelle feci. Altri animali infetti possono rilasciarli nelle secrezioni respiratorie e in altri fluidi corporei (ad esempio, nel latte vaccino non pastorizzato o ‘latte crudo’)”.
Come precauzione generale, “quando possibile, le persone dovrebbero evitare il contatto con animali malati o morti, in particolare uccelli selvatici e pollame”. Per le persone con contatto diretto/stretto con uccelli selvatici o pollame o altri animali malati o morti, è indicato “indossare i dispositivi di protezione individuale (Dpi) consigliati. Gli uccelli selvatici possono essere infettati dai virus dell’influenza aviaria di tipo A anche se non sembrano malati”. E infine gli esperti Cdc raccomandano di non toccare superfici o materiali (ad esempio lettiere o materiale per lettiere per animali) contaminati da saliva, muco o feci animali di uccelli selvatici o domestici o altri animali con infezione da virus dell’influenza aviaria di tipo A confermata o sospetta”.
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