Sono ormai diversi mesi che l’influenza aviaria sta circolando negli Stati Uniti, circolazione che potrebbe essere in atto, anche se in modo asintomatico, pure tra gli esseri umani, in primis tra coloro che sono a stretto contatto con gli animali. L’ipotesi è stata sollevata dai ricercatori del Centers for disease control and prevention (Cdc) che hanno condotto il primo studio sul virus H5N1. La ricerca di basa su campioni di sangue raccolti dagli scienziati tra 150 veterinari che hanno lavorato con bovini negli Usa. A tre di loro è stata rilevata la presenza di anticorpi al virus in questione, segno di un’infezione recente. Nessuno ha riferito di aver avuto sintomi associati all’influenza aviaria come problemi respiratori o congiuntiviti, né tantomeno qualcuno ha detto di aver usato protezioni per le vie respiratorie o per gli occhi. Inoltre, non sapevano di essere stati a contatto con bestiame infetto o sospettato di essere tale anche se uno dei tre veterinari ha lavorato con pollame effettivamente infetto. Va detto che i risultati del Cdc non riflettono quanto sta succedendo al momento negli Usa. I campioni di sangue sono stati collezionati tra giugno e settembre dello scorso anno, prima del lancio da parte del governo federale di un programma di test nazionale di latte. Tuttavia, lo studio suggerisce il bisogno di una sorveglianza migliore non solo del bestiame, ma anche delle persone che lavorano a contatto con esso. Il sospetto è che il virus si stia diffondendo silenziosamente e in modo più capillare di quanto emerso dalla ricerca. Di conseguenza, il numero di persone infette potrebbe superare la settantina registrata dal marzo 2024.
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