L’analisi di Climate Central: in Europa, Roma è stata la città che ha registrato il numero più alto di giorni (64) con temperature influenzate dal cambiamento climatico, seguita da La Valletta (52) e Valencia (52)
L’Italia è il Paese europeo che questa estate “ha registrato il numero più alto di persone esposte a temperature rischiose per la salute: sono 5 milioni gli italiani che hanno corso dei rischi a causa del caldo estremo per almeno 61 giorni”. È uno dei risultati dell’ultima analisi di Climate Central su quanto il cambiamento abbia contribuito ad alzare le temperature durante l’estate appena passata (giugno-agosto). In Europa, Roma è stata la città che ha registrato il numero più alto di giorni (64) con temperature influenzate dal cambiamento climatico, seguita da La Valletta (52) e Valencia (52). A livello globale, circa due miliardi di persone, una su quattro, hanno sperimentato almeno 30 giorni di caldo pericoloso per la salute durante i mesi estivi.
“Sono stati considerati giorni di ‘caldo rischioso’ quei giorni che raggiungono soglie di temperatura in cui i rischi per la salute umana legati al calore aumentano statisticamente. Il cambiamento climatico, causato principalmente dall’utilizzo di combustibili fossili, ha aumentato la probabilità di questi giorni per miliardi di persone in tutto il mondo”, puntualizza Climate Central in una nota, sottolineando come “al culmine del caldo globale, il 13 agosto, più di quattro miliardi di persone hanno affrontato temperature insolitamente elevate, rese almeno tre volte più probabili dal cambiamento climatico. Settantadue Paesi hanno vissuto il periodo giugno-agosto più caldo mai registrato almeno dal 1970, 180 città dell’emisfero settentrionale hanno registrato almeno un’ondata di caldo estremo di cinque giorni o più”.
“Le alte temperature, chiaramente influenzate dal cambiamento climatico, hanno messo a rischio la salute di miliardi di persone in tutto il mondo negli ultimi tre mesi – spiega Andrew Pershing, vicepresidente di Climate Central -. Nessuna regione, paese o città è al sicuro dalle minacce mortali poste dalla combustione dei combustibili fossili”.
L’Italia e la Spagna hanno registrato “il maggior numero di persone esposte a temperature potenzialmente rischiose per la salute umana in Europa per almeno 30 giorni, seguite da Romania (15 milioni) e Francia (10 milioni). Per oltre cinque milioni di persone in Italia, le temperature a rischio, rese tre volte più probabili dai cambiamenti climatici, sono state sperimentate per oltre 61 giorni – ricordano gli esperti – .Questo fa dell’Italia il Paese con il maggior numero di persone esposte a temperature potenzialmente rischiose in Europa (78% della popolazione totale europea)”. I Paesi dell’Europa meridionale “hanno registrato il maggior numero di giorni fortemente influenzati dai cambiamenti climatici in Europa, con una temperatura complessiva di 1,54 gradi centigradi superiore alla norma (media trentennale). In media, una persona nell’Europa meridionale ha vissuto 39 giorni con temperature rese almeno tre volte più probabili dai cambiamenti climatici. In Italia, Malta, e Grecia si è registrato il maggior numero di giorni di caldo influenzato dai cambiamenti climatici in Europa (tra i 47 e i 52 giorni)”, analizza il report.
In tutta Europa, le popolazioni di Austria, Polonia, Spagna, Germania e Belgio hanno registrato temperature considerate rischiose per la salute umana per almeno 40 giorni durante questi mesi estivi. Utilizzando il Climate Shift Index di Climate Central, questa nuova analisi quantifica “l’impatto dei cambiamenti climatici sulle temperature e stima il numero di persone colpite da queste condizioni estreme. Fornisce dati dettagliati sull’esposizione al caldo a livello globale, regionale, locale e in circa 1.200 città. Per stimare i rischi del caldo per la salute umana – si legge nel report – i ricercatori hanno preso in considerazione i giorni in cui le temperature erano significativamente più calde rispetto al record storico – i giorni di ‘caldo rischioso’. Le temperature di questi giorni sono più calde del 90% delle temperature osservate in un’area locale nel periodo 1991-2020: ciò rappresenta una soglia minima di mortalità a partire dalla quale i rischi per la salute legati al caldo aumentano in modo statistico”.
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