Gli studenti di medicina, grazie all’European Network on Climate & Health Education (Enche), avranno la possibilità di accedere a programmi di laurea per migliorare le conoscenze e competenze necessarie per rispondere all’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute delle persone
Mentre i cambiamenti climatici pongono le popolazioni di tutto il mondo di fronte a nuove sfide, la rete universitaria europea si prepara ad affrontarle. O meglio prepara i suoi studenti. Oltre 10mila aspiranti medici, grazie all’European Network on Climate & Health Education (Enche), avranno la possibilità di accedere a programmi di laurea per migliorare le conoscenze e competenze necessarie per rispondere all’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute delle persone.
“La diffusione di malattie infettive e le ondate di calore sempre più letali rendono gli impatti sulla salute legati al cambiamento climatico più pericolosi – spiega Iain McInnes, Vice-Principal and Head of College of Medical, Veterinary and Life Sciences University of Glasgow e Co-Chair dell’Enche -. Come educatori, è nostra responsabilità garantire che la prossima generazione di medici, professionisti della salute e leader sanitari abbia le competenze necessarie per affrontare queste sfide e possa fornire ai pazienti la migliore assistenza possibile. Mi auguro che molte altre istituzioni si uniscano a questa rete e alla nostra missione di proteggere e migliorare la salute umana nel contesto del nostro ambiente in cambiamento”.
Enche è stata fondata da 25 università e sostenuta dalle aziende farmaceutiche partecipanti alla Sustainable Markets Initiative Health Systems Task Force. L’obiettivo è aiutare i futuri medici a riconoscere, prevenire e trattare il crescente peso della crisi climatica sulla salute pubblica, oltre che offrire soluzioni sanitarie sostenibili. La Rete sarà presieduta dall’Università di Glasgow e diventerà un polo regionale del Global Consortium on Climate and Health Education (Gcche) della Columbia University Mailman School of Public Health, che metterà a disposizione competenze e consulenza, oltre a promuovere la collaborazione transatlantica sulla formazione in tema di clima e salute.
Secondo l’Oms, il 99% delle persone respira aria inquinata e ogni anno muoiono sette milioni di persone a causa dell’inquinamento atmosferico, mentre in assenza di un intervento urgente i decessi legati al calore potrebbero triplicare da qui al 2050. “Come membro della Task Force Sustainable Markets Initiative Health System, sono molto lieto che le principali scuole di medicina europee stiano collaborando con i leader della sanità globale per affrontare le sfide del clima e della salute che ci troviamo ad affrontare, che sono interconnesse tra loro – conclude Francesco Svelto, Rettore dell’Università di Pavia -. Lavorando insieme oltre i confini nazionali possiamo contribuire a creare soluzioni per migliorare la salute delle persone e del Pianeta”.
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