Sono stati in totale oltre 200 i casi autoctoni di febbre Dengue registrati la scorsa estate tra le città di Fano e Pesaro su un totale di 700 casi complessivamente registrati in Italia. Quello delle Marche è stato il focolaio più esteso, come numero di casi, finora mai registrato in Europa. Un problema socio-sanitario che è stato affrontato con successo grazie al lavoro “intersettoriale” di tutte le istituzioni locali e al coinvolgimento diretto della popolazione. E’ questa la conclusione a cui sono giunti gli esperti riuniti oggi ad Ancora per il convegno “One Health e Arbovirosi: Prevenzione e Controllo in Emergenza Della Dengue”.
“Gli eventi dell’estate 2024 ci hanno insegnato qualcosa che è giusto non dimenticare”, sostiene Vincenzo Caputo, direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Umbria Marche, docente all’ateneo Federico II, Scuola di Specializzazione in Malattie Infettive, Profilassi e Polizia Veterinaria. “Per debellare la Dengue è necessario combattere l’agente vettore che è rappresentato dalla zanzara tigre. Perciò è imprescindibile un coinvolgimento diretto di tutti i cittadini. Fondamentale – continua – è stato il lavoro intersettoriale di Regione, Istituto Zooprofilattico attraverso il proprio Centro biregionale per le malattie trasmesse da vettori , Comuni, Aziende Sanitarie Locali. In particolare il servizio del Dipartimento di Prevenzione con le sue articolazioni Mediche e Veterinarie”.
“L’emergenza che ha colpito il nostro territorio nei mesi più caldi del 2024 è stata l’evidente dimostrazione delle fortissime interconnessioni tra la salute dell’ambiente e quella degli esseri viventi che lo popolano”, afferma Rossana Berardi, prof. ordinario di Oncologia Università Politecnica delle Marche e Responsabile Scientifico. “Il focolaio tra Pesaro e Fano ha destato timori soprattutto per la popolazione fragile, inclusi i pazienti oncologici, spesso immunodepressi e soggetti a rischi e a complicanze maggiori rispetto ad altri. Ha inoltre messo in risalto – continua – il ruolo importante e positivo che può svolgere la cittadinanza quando viene informata nel modo corretto. Questo rappresenta uno degli obiettivi principali del progetto One Healthon: quello di creare una cultura della salute che possa aiutare a prevenire le malattie e la loro diffusione”.