Le persone che abitano vicino agli aeroporti e sono maggiormente esposte al rumore degli aerei hanno un rischio più elevato di sviluppare problemi cardiaci. Lo rivela uno studio pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology
Le persone che abitano vicino agli aeroporti e sono maggiormente esposte al rumore degli aerei hanno un rischio più elevato di sviluppare problemi cardiaci, come infarti, aritmie e ictus. Questo è quanto emerge da uno studio condotto dagli scienziati dell’University College di Londra e dell’Università di Leicester. I risultati sono stati pubblicati sul Journal of the American College of Cardiology (JACC). Il team di ricerca, guidato da Gaby Captur, Cristian Topriceanu e Anna Hansell, ha esaminato i dati ricavati tramite imaging cardiaco di 3.635 persone che vivevano nei pressi di quattro importanti aeroporti in Inghilterra. I ricercatori hanno confrontato le capacità cardiache dei partecipanti che abitavano nelle zone caratterizzate da vari gradi di inquinamento acustico.
L’8 e il 3 per cento dei soggetti considerati viveva rispettivamente in zone caratterizzate da elevato rumore diurno e notturno, che superavano le soglie dei 50 e dei 45 decibel. Stando a quanto emerso dallo studio, coloro che risiedevano nelle aeree con livelli di rumore aereo superiori mostravano muscoli cardiaci più rigidi e spessi, che si contraevano e si estendevano meno facilmente, ed erano meno efficienti nel pompare sangue. Nello specifico, i partecipanti che si trovavano in un’area con un rumore aereo più elevato presentavano una struttura e una funzionalità cardiaca del 10-20 per cento inferiori rispetto ai loro coetanei residenti in località meno rumorose. L’associazione sembrava particolarmente evidente in caso di inquinamento acustico notturno.
Successivamente, gli scienziati hanno considerato un campione separato di 21.360 persone sottoposte a risonanze magnetiche dettagliate del cuore. Le informazioni hanno rivelato che le anomalie riscontrate potrebbero comportare un rischio da 2 a 4 volte maggiore di un evento cardiaco grave, come un infarto, aritmie potenzialmente letali o un ictus. “Il nostro lavoro – precisa Captur – era di natura osservazionale, per cui non possiamo stabilire un nesso di causalità. I risultati si aggiungono però a un corpus crescente di evidenze secondo cui il rumore degli aerei può influenzare negativamente il benessere del cuore e la salute generale. Sono necessari sforzi coordinati da parte del governo e dell’industria per ridurre l’esposizione al rumore degli aerei”.
“Si possono adottare diverse strategie note per promuovere la salute del cuore – aggiunge Hansell – come seguire una dieta equilibrata, restare fisicamente attivi, mantenere un peso corporeo regolare, evitare di fumare e di assumere alcolici”. Ma è fondamentale intervenire anche sul rumore degli aerei, tra coloro che ne sono esposti cronicamente. “Saranno necessarie ulteriori ricerche – conclude James Leiper, della British Heart Foundation – per indagare gli effetti a lungo termine del rumore degli aerei sulla salute di chi vi è maggiormente esposto”.
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