Miani (Sima) “Questo studio evidenzia in modo chiaro il ruolo cruciale degli spazi verdi urbani nel mitigare gli effetti negativi delle alte temperature sulla salute, ma mette in luce l’importanza del verde urbano anche per il miglioramento del benessere mentale”
Chi vive circondato da zone verdi, tra parchi e alberi, si ammala di meno e muore più tardi. Ne sono convinti i ricercatori della London School of Hygiene & Tropical Medicine, autori di una revisione delle ricerche disponibili sull’argomento, pubblicata sulla rivista BMJ Open. “Questo studio evidenzia in modo chiaro il ruolo cruciale degli spazi verdi urbani nel mitigare gli effetti negativi delle alte temperature sulla salute. La ricerca mette in luce l’importanza del verde urbano non solo per la riduzione del rischio di malattie e decessi legati al caldo, ma anche per il suo contributo al miglioramento del benessere mentale. Questi risultati sono particolarmente rilevanti nell’attuale contesto di cambiamenti climatici e crescenti temperature, che accentuano la necessità di soluzioni che possano proteggere la salute pubblica”, commenta il presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), Alessandro Miani, in un’intervista a Sanità Informazione.
“L’aspetto più interessante di questa revisione – continua il professore Miani – è la conferma che, nonostante esista già una vasta letteratura sui benefici del verde, gli effetti specifici sul rischio di malattie e morti legate al caldo sono ancora poco studiati. Questo sottolinea la necessità di ulteriori ricerche per comprendere meglio le dinamiche in gioco, come le interazioni tra spazi verdi, inquinamento atmosferico e status socioeconomico”. Ed è proprio per colmare questa lacuna che gli esperti londinesi hanno esaminato l’influenza delle aree verdi su morte e malattie nelle aree urbane a livello globale, basandosi su ricerche già pubblicate tra gennaio 2000 e dicembre 2022, esaminando 12 studi su oltre 3mila provenienti da Hong Kong, Australia, Vietnam, USA, Corea del Sud, Portogallo e Giappone. La revisione ha dimostrato che gli spazi verdi urbani, come parchi e alberi, possono potenzialmente contribuire a ridurre gli effetti negativi delle alte temperature sulla salute. “Il fatto che lo studio abbia esaminato dati provenienti da diverse regioni del mondo, incluse Asia, Europa e America, suggerisce che il ruolo degli spazi verdi sia un fattore universale, applicabile a diverse realtà urbane – aggiunge il presidente della Sima -. Questo rende l’inserimento del verde urbano non solo una strategia locale, ma anche una componente fondamentale di un approccio globale per la mitigazione dei rischi legati al clima e alla promozione della salute mentale e fisica”.
Lo studio pone l’accento sul potenziale degli spazi verdi come parte di una strategia urbana per contrastare i cambiamenti climatici, suggerendo che una pianificazione intelligente e attenta alla natura può avere un impatto diretto sul benessere e la salute della popolazione, con benefici che vanno oltre la semplice estetica. “In un’ottica più ampia, la presenza di spazi verdi non si limita alla semplice piantumazione di alberi nei parchi, ma include soluzioni innovative come tetti verdi, pareti verticali, e l’integrazione di elementi naturali negli spazi indoor e outdoor – continua il professore Miani -. Queste pratiche rientrano a pieno titolo tra i fattori ambientali che influenzano il benessere fisico e mentale degli individui, con effetti positivi anche in termini di produttività e riduzione dell’assenteismo. Il verde urbano, in tutte le sue forme, agisce come una risorsa rigenerativa”.
La letteratura in ambito biophilic design e psicologia ambientale evidenzia come l’integrazione della natura negli spazi di vita e di lavoro favorisca il recupero dallo stress, migliorando le capacità cognitive e creative delle persone. “Un ambiente di lavoro che include elementi naturali, come pareti vegetali o viste su aree verdi, è associato a una maggiore soddisfazione lavorativa, a una riduzione dei tassi di esaurimento professionale e a una diminuzione dell’assenteismo. Inoltre, tali soluzioni sono spesso legate a un miglioramento della produttività: lavoratori esposti a un contesto più naturale riportano maggiore capacità di concentrazione, una migliore qualità del sonno e un benessere psicologico complessivo – suggerisce il professore – . L’impatto del verde sulle dinamiche sociali è altrettanto significativo: gli spazi verdi favoriscono la socializzazione, riducono il senso di isolamento e contribuiscono a costruire una coesione comunitaria. Questo ha implicazioni dirette sulla salute mentale, creando ambienti più inclusivi e resilienti. In sintesi, il verde urbano non è solo una misura estetica o di mitigazione climatica, ma rappresenta un vero e proprio strumento per migliorare la salute pubblica, aumentare la produttività, ridurre l’assenteismo e promuovere il benessere collettivo. Le soluzioni innovative come tetti e pareti verdi, insieme a una pianificazione che integri la natura anche negli ambienti interni – conclude il presidente della Sima – rappresentano un approccio strategico per affrontare le sfide future in termini di salute e sostenibilità”.
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