Le autorità sanitarie del capoluogo lombardo hanno intensificato le attività di controllo per prevenire l’insorgenza di nuovi casi
Nel milanese continua la caccia all’origine dell’acqua contaminata dalla legionella. Stando ai dati dell’Istituto superiore di sanità (Iss), aggiornati al 2 settembre, sono 54 i casi di legionellosi accertati nella provincia di Milano a partire dal mese di aprile di quest’anno. Quattro delle persone che hanno contratto l’infenzione hanno perso la vita: in tutti i casi si è trattato di ultra settantenni affetti da altre malattie pregresse.
Del totale dei casi, 48 (pari all’89%) sono stati individuati nel Comune di Corsico e sei (11%) nel Comune di Buccinasco, con un’età media di 71,9 anni. Complessivamente 48 casi (89%) presentavano fattori di rischio, otto sono ancora ospedalizzati e 42 pazienti sono stati dimessi. La Legionellosi è un’infezione polmonare causata dal batterio Legionella pneumophila, presente in natura. Se il batterio raggiunge ambienti artificiali come impianti idrici degli edifici, quali serbatoi, tubature, fontane e piscine, questi “possono agire come amplificatori e disseminatori del microrganismo, creando una potenziale situazione di rischio per la salute”.
Le autorità sanitarie dell’Agenzia di Tutela della Salute di Milano, ricorda l’Iss, “sono attivamente impegnate nell’attuazione di indagini epidemiologiche, microbiologiche e ambientali specifiche e nell’implementazione di attività di prevenzione e controllo, finalizzate a prevenire l’insorgenza di nuovi casi”, in collaborazione con i Sindaci e in raccordo con l’Unità di Prevenzione della Direzione Generale Welfare della Regione Lombardia e il Ministero della Salute.
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