One Health 25 Ottobre 2024 13:46

One Health: solo 1 paziente su 4 sa cos’è e l’80% degli operatori sanitari non lo applica

Una nuova indagine presentata a Roma mostra che il 73% dei pazienti non sa cosa sia il One Health e che oltre l’80% degli operatori sanitari non riesce ad applicare questo approccio

One Health: solo 1 paziente su 4 sa cos’è e l’80% degli operatori sanitari non lo applica

Si fa presto a dire One Health. La verità è che invece pochi pazienti sanno cosa sia, solo 1 su 4, e ancora meno sono gli operatori sanitari che riescono a tradurla in azioni concrete durante la loro attività. Eppure, coloro che conoscono la One Health, un approccio strategico che interconnette la salute umana, animale e ambientale – la cosiddetta “salute unica” – sono ben consapevoli del suo vantaggio più importante: il miglioramento degli standard di salute. E gli stessi ritengono che l’impiego della telemedicina, delle piattaforme digitali e la realizzazione di nuove strutture e presidi per servizi di prossimità, possono servire a creare un nuovo modello di assistenza territoriale in ottica One Health. Questi sono i risultati di un’indagine nazionale, promossa da MioDottore e condotta da Datanalysis, e presentata a Roma, che ha coinvolto un totale di 1700 persone (700 medici specialisti, 100 veterinari, 100 direttori generali e sanitari di aziende ospedaliere, 100 politici della sanità e 700 pazienti).

Vella: “L’obiettivo del One Health è migliorare la salute collettiva”

“L’approccio One Health promuove una visione integrata e olistica di salute umana, animale e ambientale, presentandosi come risposta alle sfide del nostro tempo – spiega Stefano Vella, infettivologo e docente di salute globale all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma – e riconoscendo che la salute di ogni individuo è strettamente legata alla salute degli altri e dell’ecosistema in cui viviamo. Attraverso la comprensione delle complesse interazioni tra questi tre settori cruciali, l’approccio olistico che ne deriva mira principalmente a migliorare la salute collettiva, prevenire malattie e promuovere il benessere, assumendo un ruolo chiave anche nel più ampio quadro di obiettivi globali di sostenibilità”.

Il ministero della Salute si è dotato di un Dipartimento One Health

“La pervasività dell’approccio One Health nell’elaborazione delle attuali strategie di risposta alle nuove sfide sanitarie testimonia l’ormai universale riconoscimento dell’interconnessione tra salute umana, animale e ambiente”, dice Ranieri Poli del Dipartimento OneHealth al ministero della Salute. “Il Ministero della Salute, nel suo nuovo assetto organizzativo, si è dotato di un Dipartimento One Health, e il recente comunicato dei Ministri della Salute del G7 ha dedicato ampio spazio a questo tema e a quelli ad esso strettamente connessi, come l’antibiotico resistenza”. Un primo passo, con molta strada da fare. I risultati dell’indagine mostrano da un lato che il 95% dei direttori generali e sanitari e l’80% dei politici hanno sentito parlare di One Health. Ma anche che lo stesso vale solo per circa la metà dei veterinari e dei medici specialisti.

Telemedicina e servizi di prossimità per un nuovo modello di assistenza

Molteplici gli ostacoli individuati: oltre alle scarse conoscenze sull’argomento e alle difficoltà insite di applicare questo approccio, secondo la maggioranza del campione analizzato, pesano anche la mancanza di una strategia chiara e la carenza di finanziamenti. Mentre invece il 73% dei pazienti di One Health non ne sa proprio nulla. Tuttavia, i professionisti del mondo della sanità hanno ben chiare quali siano i principali problemi che la strategia One Health dovrebbe affrontare: in primis la resistenza antimicrobica (20%) e i focolai di malattie altamente infettive (20%), poi l’inquinamento ambientale (circa 18%). E hanno un’idea ben più precisa su come si potrebbe realizzare un nuovo modello di assistenza territoriale in un’ottica One Health e indicano: l’impiego della telemedicina, la realizzazione di nuove strutture e presidi sanitari con maggiore accessibilità e disponibilità di servizi di prossimità ed anche un nuovo assetto istituzionale per la prevenzione sul territorio, in linea con un approccio integrato. Inoltre, le piattaforme digitali sono viste come uno strumento utile per arrivare ai cittadini e per meglio rispondere alle loro esigenze.

 

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