Tra le novità principali della stretta sull’inquinamento, responsabile di 300mila morti l’anno in Europa, vi sono limiti più severi per gli inquinanti con il maggiore impatto sulla salute, Pm2,5, e NO2, i cui valori annuali dovranno essere più che dimezzati entro la fine del decennio
L’Eurocamera ha dato il suo ultimo via libera con 381 voti a favore, 225 contrari e 17 astensioni alla nuova direttiva sulla qualità dell’aria che allinea le norme dell’Unione Europea alle linee guida più recenti dettate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). Tra le novità principali della stretta sull’inquinamento, responsabile di 300mila morti l’anno in Europa, vi sono limiti più severi per gli inquinanti con il maggiore impatto sulla salute, Pm2,5, e NO2, i cui valori annuali dovranno essere più che dimezzati entro la fine del decennio.
L’accordo raggiunto a febbraio tra Consiglio e Parlamento concede agli Stati membri la possibilità di richiedere entro gennaio 2029 un rinvio del termine per il raggiungimento dei nuovi valori limite. Una possibilità molto caldeggiata dall’Italia per le particolari condizioni in cui si trovano molti comuni dell’area padana che già oggi non riescono a rispettare i limiti fissati dall’Unione Europea. Il rinvio potrà essere chiesto fino al primo gennaio 2040 per le zone in cui il rispetto della direttiva entro il 2030 sarebbe “irrealizzabile a causa di specifiche condizioni climatiche e orografiche” o dove le riduzioni possono essere raggiunte “solo con un impatto significativo sui sistemi di riscaldamento domestico esistenti”. La possibilità di proroga sarà invece limitata al primo gennaio 2035 se le proiezioni dovessero indicare che i valori limite, nelle aree interessate, non possono essere raggiunti entro il termine indicato in base alla norma Unione Europea.
Le Linee guida per la qualità dell’aria, per la prima volta rivolte a tutte i Paesi del mondo, forniscono obiettivi uniformi. Talli obiettivi sono molto più severi degli standard nazionali in vigore in molte parti del mondo, e in alcune città significherebbero una riduzione di più di tre volte dell’attuale livello di inquinamento. L’Oms ritiene che, diminuendo il livello di un particolare tipo di inquinante (conosciuto come PM10), si potrebbe ridurre la mortalità nelle città inquinate del 15% all’anno. Le Linee guida inoltre abbassano notevolmente i limiti raccomandati per l’ozono e il biossido di zolfo.
Studi scientifici hanno mostrato che l’inquinamento dell’aria causa circa due milioni di morti premature a livello mondiale ogni anno. Più della metà di queste morti avvengono nei Paesi in via di sviluppo. In molte città, i livelli medi annuali di PM10 (che deriva principalmente dalla combustione di materiali fossili e altri tipi di carburanti) eccedono di 70 microgrammi per metro cubo. Riducendo il particolato da 70 a 20 microgrammi per metro cubo, come stabilito nelle nuove Linee guida, si potrebbe appunto arrivare a una riduzione della mortalità del 15%. Riducendo i livelli di inquinamento, si registrerebbe una diminuzione dell’incidenza delle malattie dovute a infezioni respiratorie, delle malattie cardiache e dei tumori al polmone. Inoltre, azioni volte alla diminuzione dell’inquinamento atmosferico contribuirebbero a un calo nelle emissioni di gas che influiscono sui cambiamenti climatici, fornendo così altri benefici sulla salute.
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