Uno studio condotto a Taiwan ha dimostrato che l’esposizione allo smog in gravidanza può causare ritardi nello sviluppo motorio e psicosociale del bambino durante la sua crescita
L’esposizione a minuscole particelle di inquinamento atmosferico, chiamate polveri sottili, durante la gravidanza è collegato a ritardi nello sviluppo motorio e psico-sociale dei bambini. A scoprire il legame tra smog e neurosviluppo è stato un gruppo di ricercatori della National Taiwan University Medical School and Hospital. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Developmental Medicine & Child Neurology.
Lo studio è stato condotto a Taiwan e ha coinvolto 17.863 bambini nati a termine della gravidanza senza malformazioni congenite. I ricercatori hanno svolto valutazioni dei piccoli a domicilio quando avevano 6 e 18 mesi di vita. Ebbene, dai risultati dello studio è emerso che per ogni aumento di 10 μg/m3 dell’esposizione al particolato fine durante il secondo trimestre di gravidanza è associato a un rischio maggiore del 9% di ritardo nelle tappe dello sviluppo neuromotorio. Livelli di rischio simili sono stati osservati per lo sviluppo motorio fine e le abilità personali-sociali.
Scopri se i Comuni in cui hai vissuto dal 2008 al 2018 hanno rispettato i parametri europei sull’inquinamento dell’aria. Compila il Questionario: bastano pochi minuti!
Gli autori sono convinti che l’esposizione al particolato fine prima della nascita abbia effetti più forti dell’esposizione dopo la nascita. «La protezione dei bambini dagli inquinanti atmosferici deve essere avviata durante la gravidanza delle loro madri», commenta Yue Leon Gu della National Taiwan University Medical School and Hospital, autore dello studio. Questo non è primo studio ad aver dimostrato che l’esposizione allo smog in gravidanza può causare problemi sulla salute futura dei bambini.
Qualche settimana fa una ricerca condotta dagli dell’Università di Aberdeen, nel Regno Unito, e dell’Università di Hasselt, in Belgio, hanno trovato particelle di agenti inquinanti negli organi in via di sviluppo di bambini non ancora nati. I risultati, pubblicati sulla rivista Lancet Planetary Health, indicano che le particelle di smog respirate dalla madre possono arrivare attraverso il sangue nella placenta e da qui raggiungere i polmoni e altri organi del feto, già nei primi mesi di gravidanza. Questo potrebbe significare che le donne incinte che vivono nelle parti più inquinate del paese sono maggiormente a rischio di aborti spontanei, nascite pre-termine e di dare alla luce bambini con problemi di salute.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato