Pandemie 1 Agosto 2023 07:10

Long Covid, dalla stanchezza al dolore: un nemico a quattro facce

Il trattamento tempestivo e la vaccinazione riducono il rischio. I ricercatori: «Anche se la pandemia volge al termine, il numero di individui che negli anni a venire soffriranno della sindrome post-Covid, eticamente, non ci consente di limitare la ricerca di base e clinica in questo campo»
Long Covid, dalla stanchezza al dolore: un nemico a quattro facce

Non esiste una sola forma di long-Covid, ma almeno quattro. Secondo i ricercatori di “Orchestra”, un progetto di ricerca coordinato dall’Università di Verona, le diverse manifestazioni cliniche di long-Covid sarebbero caratterizzate ciascuna da specifici sintomi e impatterebbero in modo totalmente differente sulla qualità di vita. Nel mondo si stima che circa 65 milioni di persone soffrano di long-Covid. I suoi sintomi sono innumerevoli, ma da qualche tempo c’è il sospetto «che possano avere una distribuzione a grappolo», scrivono i ricercatori.

La ricerca in sintesi

Lo studio ha permesso di analizzare 1.800 pazienti per 12 mesi. Tra queste persone gli studiosi hanno identificato quattro differenti quadri clinici del long-Covid. La sindrome da affaticamento cronico è risultata essere la più  frequente, con un’incidenza del 42%. È caratterizzata da stanchezza, mal di testa e perdita di memoria. La sindrome respiratoria, invece, rappresenta il 23% dei casi e i sintomi tipici sono tosse e dispnea. Diffusione quasi analoga (22%) della sindrome del dolore cronico: è caratterizzata da dolori ai muscoli e alle articolazioni. Infine, la sindrome neurosensoriale ha colpito l’11% del campione, con sintomi di alterazione del gusto e dell’olfatto. I risultati di “Orchestra” sono stati pubblicati sulla rivista eClinical Medicine.

La pandemia è finita, il long covid no

I sintomi respiratori e la sindrome del dolore cronico sono quelli che hanno un peggiore impatto sulla qualità  di vita. Inoltre, le donne hanno un rischio maggiore di dolore e fatica cronica e sintomi neurologici. La ricerca ha confermato, però, che il trattamento tempestivo con anticorpi monoclonali o corticosteroidi e la vaccinazione riducono il rischio di long-Covid. «Anche se la pandemia volge al termine, il numero di individui che negli anni a venire soffriranno della sindrome post-Covid, eticamente – concludono i ricercatori -, non ci consente di limitare la ricerca di base e clinica in questo campo».

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Prevenzione

Settimana dell’Immunizzazione, Oms: “Vaccinare tutti è umanamente possibile”

L'edizione 2025 della Settimana mondiale dell'immunizzazione esaminerà non solo ciò che i vaccini fanno per migliorare la vita oggi, ma anche ciò si può ottenere nei prossi...
Prevenzione

Settimana Mondiale dell’Immunizzazione, Sin: “Proteggere il cucciolo d’uomo sin dalla nascita”

La SIN ribadisce le misure fondamentali di protezione per i neonati da virus e batteri per una crescita in salute e al riparo da rischi di infezioni
Nutri e Previeni

Alimentazione, la dieta africana ‘spegne’ l’infiammazione

Allo studio hanno partecipato 77 uomini sani della Tanzania, alcuni sono passati a una dieta occidentale per due settimane, altri ad una africana tradizionale
Prevenzione

Contro le patologie respiratorie la vaccinazione è la via maestra

La vaccinazione rappresenta la strada d’elezione per prevenire e controllare le patologie virali. Le Raccomandazioni di quattro società scientifiche sulla prevenzione delle patologie resp...
Advocacy e Associazioni

Tumore al seno: tossicità finanziaria per il 38% delle donne, 70% affronta spese extra per le cure

Presentati a Roma i risultati del sondaggio su 585 pazienti realizzato da ANDOS e C.R.E.A. Sanità, per indagare gli effetti collaterali della malattia in termini umani, organizzativi, economici...