L’Fda americana ha già approvato tre vaccini contro H5N1, realizzati con un ceppo di virus dei primi anni 2000. Inoltre, esiste un vaccino contro il virus H5N8: sembra essere efficace contro il virus H5N1 attualmente in circolazione
Dare la possibilità a chi appartiene a gruppi a rischio di vaccinarsi volontariamente contro l’influenza aviaria A/H5N1. È una delle proposte lanciata sulle pagine del Journal of American Medical Association da tre infettivologi ed esperti di salute pubblica americani, dopo le notizie sulla diffusione del virus in Antartide e dell’ultima vittima, una quindicenne della Cambogia. Con l’epidemia tra i bovini in Usa che non si è ancora spenta e l’emergere di nuovi casi umani dovuti anche a nuove varianti di virus H5N1, come emerso anche dai recenti rilevamenti effettuati in Cambogia, la preoccupazione sulla possibilità che l’infezione passi all’uomo cresce. I ricercatori sottolineano l’urgenza di predisporre subito una risposta alla diffusione del virus.
L’Fda americana, ricordano, ha già approvato tre vaccini contro H5N1, realizzati con un ceppo di virus dei primi anni 2000. Inoltre, esiste un vaccino contro il virus H5N8: sembra essere efficace contro il virus H5N1 attualmente in circolazione e il Governo americano dispone di quasi cinque milioni di dosi. “Dovrebbe essere offerto volontariamente agli individui a rischio di esposizione”, scrivono. Per gli esperti, inoltre, i vaccini “in magazzino non corrispondono completamente ai virus circolanti e potrebbero non soddisfare la domanda se l’epidemia continua. Pertanto, è prudente rinnovare la scorta con dosi sufficienti di vaccino più adatto in modo da immunizzare rapidamente, come minimo, la forza lavoro più critica in una pandemia”.
Le persone più a rischio, che per gli infettivologi americani dovrebbero vaccinarsi volontariamente contro l’influenza aviaria A/H5N1, sono circa 20 milioni solo in Usa. È necessario anche aumentare la capacità produttiva, sottolineano gli esperti, oltre che risolvere “lacune scientifiche, pratiche e normative, molte delle quali possono essere affrontate nei prossimi mesi per risparmiare tempo e vite in una pandemia. Il momento per agire con decisione non è quando scoppia una pandemia, ma oggi, finché ne abbiamo l’opportunità”, concludono.
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