Pandemie 6 Dicembre 2024 13:18

Aviaria: una singola mutazione può facilitare il contagio tra gli esseri umani

Una singola mutazione dell’influenza aviaria potrebbe aprire le porte al contagio interumano, un’eventualità che aprirebbe la strada ad una nuova pandemia. Queste le conclusioni di uno studio pubblicato sulla rivista Science

Aviaria: una singola mutazione può facilitare il contagio tra gli esseri umani

Una singola mutazione dell’influenza aviaria potrebbe consentire al virus H5N1 di attaccarsi facilmente alle cellule umane e consentirgli di colpire la proteina “recettore” sulla superficie delle nostre cellule. Si potrebbero così aprire le porte al contagio interumano, un’eventualità che aprirebbe la strada ad una nuova pandemia. Queste, in estrema sintesi, le conclusioni di uno studio pubblicato sulla rivista Science e firmato dagli scienziati del Scripps Research Institute a La Jolla (California). Gli scienziati puntualizzano che “attualmente non esistono casi documentati di trasmissione del virus H5N1 tra persone, i casi di influenza aviaria negli esseri umani sono legati al contatto stretto con ambienti contaminati o con uccelli infetti (compreso il pollame), i bovini da latte e altri animali”.

Il virus dell’aviaria potrebbe evolvere e portare a una nuova pandemia

C’è però, da parte dei funzionari della sanità pubblica “la preoccupazione che il virus si evolva per trasmettersi in modo efficiente tra gli esseri umani, il che potrebbe portare a una nuova pandemia potenzialmente mortale”. Il virus dell’influenza aviaria “si lega al suo ospite tramite una proteina chiamata emoagglutinina che si lega ai recettori dei glicani sulla superficie delle cellule ospiti. I glicani – ricordano i ricercatori – sono catene di molecole di zucchero sulle proteine​​della superficie cellulare che possono fungere da siti di legame per alcuni virus. I virus dell’influenza aviaria (dei volatili) come l’H5N1 infettano principalmente gli ospiti con i recettori dei glicani contenenti acido sialico presenti negli uccelli (recettori di tipo aviario). Sebbene i virus si adattino raramente agli esseri umani, se si evolvessero per riconoscere i recettori dei glicani sialilati presenti negli esseri umani (recettori di tipo umano), potrebbero acquisire la capacità di infettare ed eventualmente trasmettersi tra esseri umani”.

Serve una sorveglianza proattiva dell’evoluzione del virus H5N1

In passato l’aviaria ha avuto bisogno di diverse mutazioni genetiche per adattarsi all’uomo in modo da infettarlo in maniera efficiente e poi passare facilmente da persona a persona. “La situazione potrebbe essere pericolosamente più semplice per il ceppo H5N1 2.3.4.4b che è stato isolato dalla prima infezione umana con un virus bovino H5N1 negli Stati Uniti”, sottolinea lo studio. “I risultati dimostrano quanto facilmente questo virus potrebbe evolversi per riconoscere i recettori di tipo umano. Tuttavia, il nostro studio – precisa la prima autrice, Ting-Hui Lin – non suggerisce che tale evoluzione si sia verificata o che l’attuale virus H5N1 con solo questa mutazione sarebbe trasmissibile tra gli esseri umani”. In realtà, per consentire al virus di diffondersi efficacemente tra gli umani, servirebbero anche altri cambiamenti genetici, come mutazioni che ne migliorino la replicazione e la stabilità nelle cellule umane. Secondo i ricercatori “al momento non ci sono allarmi”, ma “il crescente numero di casi umani di H5N1 derivanti dal contatto diretto con animali infetti, ci dice che serve una sorveglianza proattiva dell’evoluzione del virus H5N1 e di simili ceppi di influenza aviaria”.

 

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