Il vademecum della SIMG, in collaborazione con ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità, sui casi particolari in cui la vaccinazione contro il Covid-19 è controindicata o rinviabile
I medici di famiglia iniziano a ricevere dai loro assistiti contrari al vaccino anti-Covid richieste di prescrizione di esami per ottenere l’esenzione. Il segretario generale della Federazione dei medici di famiglia (Fimmg) Silvestro Scotti parla anche di minacce di denuncia in caso di rifiuto. «Ci sono le indicazioni dell’Istituto superiore di Sanità, del ministero della Salute e delle società scientifiche che chiariscono che non esistono esami predittivi per una possibile reattività vaccinale. Quindi qualunque esame richiesto non ha alcun senso scientifico», ha detto all’Adnkronos Salute.
Esami che, a detta di Scotti, non possono essere fatti a carico del Servizio sanitario nazionale: «Se questa è la pressante richiesta, si può fare una prescrizione su foglio bianco e, se l’assistito vuole può fare le sue
analisi a pagamento. Non rifiuto la prescrizione a un paziente rispetto a un suo dubbio, ma è chiaro che, alla luce della mia cultura scientifica, non autorizzo a trasferire il costo di questa esigenza sul Servizio sanitario nazionale».
Vediamo allora quali sono i casi particolari in cui la somministrazione del vaccino è rinviabile o controindicata e come funziona la certificazione di esenzione. Proprio in queste ore è infatti stato pubblicato un vademecum realizzato dalla Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e il Ministero della Salute, che contiene informazioni utili ai medici di famiglia ed ai medici vaccinatori.
«La certificazione di esenzione – si legge nel documento – può essere rilasciata solo nel caso in cui la vaccinazione stessa debba essere posticipata o addirittura sconsigliata per la presenza di specifiche condizioni cliniche documentate che ne controindichino la somministrazione in maniera permanente o temporanea».
Fino al 30 settembre 2021, salvo ulteriori disposizioni, le certificazioni potranno essere rilasciate direttamente da:
Il medico che rilascia tale esenzione, infatti, deve registrare nel proprio software le motivazioni alla base di tale decisione per future verifiche e monitoraggio. Tali motivazioni non possono essere contenute nel certificato di esenzione rilasciato all’interessato.
Nel caso in cui la richiesta provenisse direttamente dall’assistito in assenza di idonea documentazione, lo stesso dovrà essere inviato a valutazione e decisione da parte dello specialista idoneo; inoltre, la circolare del Ministero della Salute al fine di supportare i medici vaccinatori nella valutazione dell’idoneità alla vaccinazione, prevede che le Regioni e PA promuovano l’individuazione presso i Centri Vaccinali o altri centri ad hoc di riferimenti tecnici per la modalità di presa in carico dei casi dubbi e un gruppo tecnico regionale di esperti in campo vaccinale. La certificazione deve essere rilasciata a titolo gratuito, avendo cura di archiviare la documentazione clinica relativa,
anche digitalmente, per il monitoraggio delle stesse.
Vi sono delle condizioni in cui è preferibile posticipare la vaccinazione e sono legate alla protezione già garantita dall’infezione: si tratta dei pazienti positivi al SARS-CoV-2 ad almeno tre mesi dal primo tampone positivo e pazienti con Covid-19 che abbiano ricevuto terapia con anticorpi monoclonali laddove non siano trascorsi almeno tre mesi dal trattamento.
Vi sono poi soggetti in quarantena per contatto stretto e soggetti con sintomi sospetti di Covid-19: in questi casi l’opportunità di vaccinazione avverrà alla fine della quarantena o successivamente al termine del percorso diagnostico.
A questi si aggiungono pazienti con malattia acuta severa non differibile (come un evento cardiovascolare acuto, epatite acuta, nefrite acuta, stato settico o grave infezione di qualunque organo/tessuto, condizione chirurgica maggiore, ecc.).
In generale un vaccino non deve essere somministrato quando è presente una controindicazione tale che il rischio di reazioni avverse è maggiore dei vantaggi indotti dalla vaccinazione. La presenza di una controindicazione ad uno specifico vaccino non esclude la possibilità che possano essere somministrati altri vaccini disponibili.
Come controindicazione specifica nei confronti di uno o più dei vaccini attualmente utilizzati in Italia, la SIMG identifica l’ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti:
In caso di reazione allergica grave alla prima dose di un vaccino Covid-19 si può considerare la possibilità di utilizzare un vaccino di tipo diverso per completare l’immunizzazione.
Vi sono anche alcune false controindicazioni, che proprio in quanto tali non danno diritto a certificato di esenzione. Tra le più comuni, la gravidanza e l’allattamento non rappresentano una controindicazione alla vaccinazione; le persone con storia di paralisi di Bell e i soggetti affetti da malattie autoimmuni possono ricevere qualsiasi vaccino autorizzato da EMA, così come i pazienti immunocompromessi e gli oncologici in corso di radio-chemioterapia, salvo specifiche controindicazioni.
Persone con una storia di gravi reazioni allergiche non correlate a vaccini o farmaci iniettabili, come allergie al cibo, agli animali domestici, al veleno di insetti, all’ambiente o al lattice, possono essere vaccinate, così come coloro con storia di allergie ai farmaci orali o di storia familiare di gravi reazioni allergiche, o che potrebbero avere un’allergia più lieve ai vaccini (nessuna anafilassi).
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato