Stress test per i reparti di emergenza, sottoposti in queste ore ad un vero e proprio assalto da parte dell’utenza tra picco influenzale e una sorta di sindrome da allarmismo da Coronavirus: gli infermieri Nursing Up invitano alla calma e a non intasare il Pronto soccorso, temendo che la situazione possa precipitare da un momento […]
Stress test per i reparti di emergenza, sottoposti in queste ore ad un vero e proprio assalto da parte dell’utenza tra picco influenzale e una sorta di sindrome da allarmismo da Coronavirus: gli infermieri Nursing Up invitano alla calma e a non intasare il Pronto soccorso, temendo che la situazione possa precipitare da un momento all’altro per via delle lunghe attese.
“Stiamo assistendo al tanto temuto corto circuito del sistema, tra picco influenzale e psicosi da virus di Wuhan. I nostri infermieri temono che si possano verificare problemi nei reparti di emergenza, dove i pazienti con febbre e difficoltà respiratorie aspettano ore e ore. Le condizioni di lavoro sono insostenibili: ci segnalano dai territori che la situazione è drammatica. A questo punto è nostro dovere lanciare un appello alle autorità preposte affinché vengano tutelati gli operatori, che sono a rischio di aggressioni sia verbali che fisiche”. Così il presidente Nursing Up Antonio De Palma commenta il picco di accessi ai reparti di emergenza/urgenza che si sta verificando in queste ore.
“Barelle ovunque, lettighe nei corridoi in attesa per ore: basta un niente per far esplodere la miccia – prosegue – e intanto alla Camera stanno discutendo comodamente un Disegno di Legge contro le aggressioni ai sanitari, un provvedimento tardivo che giudichiamo insufficiente a fronteggiare il disastro della carenza di organici e della disorganizzazione strutturale in cui siamo precipitati grazie ai tagli alla sanità degli ultimi vent’anni. Altro che allarmismo da virus cinese: se non ci fossero gli infermieri, come faremmo a contenere l’emergenza continua?”.
“Per non parlare della comunicazione – spiega De Palma – c’è un’allerta altissima che rischiamo di pagare noi infermieri, che siamo il front office della sanità. In queste ore dobbiamo supplire a un deficit informativo: i professionisti sanitari invitano i pazienti con febbre e difficoltà respiratorie a rivolgersi al medico di medicina generale e a seguire le sue indicazioni prima di rivolgersi ai Pronto soccorso. Evitiamo attese inutili, ma soprattutto lasciamo lavorare gli operatori sanitari dei reparti di emergenza e del 118, senza creare tensioni inutili”.
Intanto sono cominciate alla Camera, dopo un blocco di mesi, le audizioni alle Commissioni riunite Giustizia e Affari Sociali per esaminare i progetti di legge recanti “Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni”. Il Ddl prevede l’inasprimento delle pene per chi aggredisce i sanitari e l’istituzione di un Osservatorio permanente per la garanzia della sicurezza e per la prevenzione degli episodi di violenza. Per il sindacato infermieristico, da sempre impegnato nella lotta contro le aggressioni ai sanitari, non basta né un Osservatorio, né l’approvazione di un provvedimento insufficiente, in quanto non prevede la procedibilità d’ufficio.
A causa della vulnerabilità del SSN, ora più che mai sotto gli occhi di tutti, il clima di sicurezza è deteriorato e gli episodi di violenza si moltiplicano. Su come affrontare la problematica Nursing Up ha chiesto di essere ascoltato dalle Commissioni Giustizia e Affari Sociali. Unico sindacato a garantire alle vittime di violenza l’assistenza legale gratuita per gli iscritti, il sindacato ha anche approntato una serie di iniziative come la somministrazione della survey dell’OMS per misurare le violenze presentandone in Senato i risultati. Sui dati emersi ha lanciato la campagna di sensibilizzazione #noviolenzasuglinfermieri, che prevede la diffusione di video in rete con celebrities, tra cui, solo per citarne alcune: Simona Ventura, Eva Grimaldi, Marisa Laurito.
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Stress test per i reparti di emergenza, sottoposti in queste ore ad un vero e proprio assalto da parte dell’utenza tra picco influenzale e una sorta di sindrome da allarmismo da Coronavirus: gli infermieri Nursing Up invitano alla calma e a non intasare il Pronto soccorso, temendo che la situazione possa precipitare da un momento […]
Stress test per i reparti di emergenza, sottoposti in queste ore ad un vero e proprio assalto da parte dell’utenza tra picco influenzale e una sorta di sindrome da allarmismo da Coronavirus: gli infermieri Nursing Up invitano alla calma e a non intasare il Pronto soccorso, temendo che la situazione possa precipitare da un momento all’altro per via delle lunghe attese.
“Stiamo assistendo al tanto temuto corto circuito del sistema, tra picco influenzale e psicosi da virus di Wuhan. I nostri infermieri temono che si possano verificare problemi nei reparti di emergenza, dove i pazienti con febbre e difficoltà respiratorie aspettano ore e ore. Le condizioni di lavoro sono insostenibili: ci segnalano dai territori che la situazione è drammatica. A questo punto è nostro dovere lanciare un appello alle autorità preposte affinché vengano tutelati gli operatori, che sono a rischio di aggressioni sia verbali che fisiche”. Così il presidente Nursing Up Antonio De Palma commenta il picco di accessi ai reparti di emergenza/urgenza che si sta verificando in queste ore.
“Barelle ovunque, lettighe nei corridoi in attesa per ore: basta un niente per far esplodere la miccia – prosegue – e intanto alla Camera stanno discutendo comodamente un Disegno di Legge contro le aggressioni ai sanitari, un provvedimento tardivo che giudichiamo insufficiente a fronteggiare il disastro della carenza di organici e della disorganizzazione strutturale in cui siamo precipitati grazie ai tagli alla sanità degli ultimi vent’anni. Altro che allarmismo da virus cinese: se non ci fossero gli infermieri, come faremmo a contenere l’emergenza continua?”.
“Per non parlare della comunicazione – spiega De Palma – c’è un’allerta altissima che rischiamo di pagare noi infermieri, che siamo il front office della sanità. In queste ore dobbiamo supplire a un deficit informativo: i professionisti sanitari invitano i pazienti con febbre e difficoltà respiratorie a rivolgersi al medico di medicina generale e a seguire le sue indicazioni prima di rivolgersi ai Pronto soccorso. Evitiamo attese inutili, ma soprattutto lasciamo lavorare gli operatori sanitari dei reparti di emergenza e del 118, senza creare tensioni inutili”.
Intanto sono cominciate alla Camera, dopo un blocco di mesi, le audizioni alle Commissioni riunite Giustizia e Affari Sociali per esaminare i progetti di legge recanti “Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni”. Il Ddl prevede l’inasprimento delle pene per chi aggredisce i sanitari e l’istituzione di un Osservatorio permanente per la garanzia della sicurezza e per la prevenzione degli episodi di violenza. Per il sindacato infermieristico, da sempre impegnato nella lotta contro le aggressioni ai sanitari, non basta né un Osservatorio, né l’approvazione di un provvedimento insufficiente, in quanto non prevede la procedibilità d’ufficio.
A causa della vulnerabilità del SSN, ora più che mai sotto gli occhi di tutti, il clima di sicurezza è deteriorato e gli episodi di violenza si moltiplicano. Su come affrontare la problematica Nursing Up ha chiesto di essere ascoltato dalle Commissioni Giustizia e Affari Sociali. Unico sindacato a garantire alle vittime di violenza l’assistenza legale gratuita per gli iscritti, il sindacato ha anche approntato una serie di iniziative come la somministrazione della survey dell’OMS per misurare le violenze presentandone in Senato i risultati. Sui dati emersi ha lanciato la campagna di sensibilizzazione #noviolenzasuglinfermieri, che prevede la diffusione di video in rete con celebrities, tra cui, solo per citarne alcune: Simona Ventura, Eva Grimaldi, Marisa Laurito.
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