Una visita al Museo della Mente dell’ASL Roma 1 (ex manicomio di S. Maria delle Pietà) per celebrare la Giornata mondiale della salute mentale promossa dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) per il 10 ottobre. Protagonista il ministro della Salute Giulia Grillo. «Nella Giornata mondiale dedicata alla salute mentale – ha detto Grillo – ho voluto visitare […]
Una visita al Museo della Mente dell’ASL Roma 1 (ex manicomio di S. Maria delle Pietà) per celebrare la Giornata mondiale della salute mentale promossa dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) per il 10 ottobre. Protagonista il ministro della Salute Giulia Grillo.
«Nella Giornata mondiale dedicata alla salute mentale – ha detto Grillo – ho voluto visitare un luogo fortemente simbolico, l’ex manicomio di Santa Maria delle Pietà di Roma, da qualche anno trasformato in un bellissimo museo-laboratorio e, dunque, emblema del superamento del sistema manicomiale. E ringrazio l’Asl 1 di Roma per il grande lavoro di recupero che sta portando avanti. Oggi è anche l’occasione per ricordare i 40 anni della legge Basaglia, che in soli 11 articoli cambiò il paradigma dell’approccio alla malattia psichiatrica, ponendo le basi per la chiusura dei manicomi, istituzioni chiuse da cui una volta entrati era molto difficile uscire e, fino ad allora, unica risposta terapeutica per i pazienti psichiatrici. Dal 1978 molto è cambiato, sono nati molti modelli virtuosi di presa in carico, ma molto dev’essere ancora fatto e il rischio di fare passi indietro è sempre in agguato.
Il Museo Laboratorio della Mente ci stimola a riflettere sul ruolo della comunità nella cura delle malattie psichiatriche. Non è possibile delegare la cura soltanto al rapporto medico-paziente, il ruolo della comunità è fondamentale e dev’essere parte attiva in questo processo. La salute mentale è già un capitolo importante del nostro sistema sanitario, ma bisogna fare di più perché, come ci segnala l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sarà la vera emergenza del futuro e non possiamo lasciare il peso di questa responsabilità solamente ai servizi psichiatrici e ai loro operatori.
La Giornata mondiale quest’anno è dedicata agli adolescenti: la metà di tutte le malattie mentali, come ci ricordano gli psichiatri, cominciano intorno ai 14 anni, l’adolescenza è terra di nessuno per le cure, dobbiamo fare molta più prevenzione.
I ricoveri, i farmaci e le psicoterapie non bastano da sole per ottenere quell’integrazione sociale senza la quale non può esistere guarigione o comunque un miglioramento delle condizioni di vita del paziente. È necessario un cambiamento culturale per accettare la malattia mentale come possibilità esistenziale delle persone, accettando la diversità che rende unico ogni individuo».
I dati sull’accesso ai Servizi di salute mentale in Italia
Secondo il Rapporto sulla salute mentale 2016 le persone con problemi di salute mentale assistite nel 2016 dai servizi specialistici (mancano i dati della Valle d’Aosta e della P.A. di Bolzano) sono 807.035, di cui 349.176 entrate in contatto per la prima volta durante l’anno con i Dipartimenti di Salute Mentale. L’89,8% di queste ultime (310.031) ha avuto un contatto con i servizi per la prima volta nella vita (first ever).
Gli utenti sono di sesso femminile nel 54% dei casi, mentre la composizione per età riflette l’invecchiamento della popolazione generale, con un’ampia percentuale di pazienti al di sopra dei 45 anni (66,9%).
In entrambi i sessi risultano meno numerosi i pazienti al di sotto dei 25 anni mentre la più alta concentrazione si ha nella classe 45-54 anni (25,1% nei maschi; 23,4% nelle femmine); le femmine presentano, rispetto ai maschi, una percentuale più elevata nella classe > 75 anni (7,6% nei maschi e 12,4% nelle femmine).