È una domanda «ritornata in voga» nei giorni scorsi, quando il celebre attore italiano, Jerry Calà, è stato costretto a lasciare il set per un malore che poi si è rivelato un infarto. Sulla sua pagina social sono apparsi molti messaggi No Vax che insinuavano che il malore dell’attore dipendesse dal vaccino contro il Covid e che, per certi versi, lo avesse meritato. In realtà, la comunità scientifica concorda sulla sicurezza a lungo termine dei vaccini, compresi quelli contro il Covid
È una domanda «ritornata in voga» nei giorni scorsi, quando il celebre attore italiano, Jerry Calà, è stato costretto a lasciare il set per un malore che poi si è rivelato un infarto. Sulla sua pagina social sono apparsi molti messaggi “No Vax” che insinuavano che il malore dell’attore dipendesse dal vaccino contro il Covid e che, per certi versi, lo avesse meritato. In realtà, la comunità scientifica concorda sulla sicurezza a lungo termine dei vaccini, compresi quelli contro il Covid. Sicurezza ormai con solide basi scientifiche dopo la somministrazione di oltre 13 miliardi di dosi dall’inizio delle campagne vaccinali nel mondo.
In generale, non esistono casi di vaccini che abbiano avuto effetti indesiderati comparsi oltre le 8 settimane dopo la loro somministrazione. Quando infatti si verificano effetti collaterali, nella stragrande maggioranza dei casi lievi, appaiono entro poche ore, giorni o settimane dalla somministrazione. Inoltre, a differenza dei tantissimi farmaci che vengono assunti quotidianamente da molte persone, i vaccini si fanno una volta sola o al massimo con uno o pochi altri richiami nel tempo. Questo significa che le molecole contenute al loro interno rimangono nel nostro organismo per pochissimo tempo, a differenza, ad esempio, del farmaco contro l’ipertensione che viene assunto ogni giorno.
A quanti temono che sia la tecnologia a mRNA a poter essere pericolosa sul lungo periodo, gli scienziati rispondono che non è affatto così. Anzi il tempo di permanenza dell’mRNA nell’organismo è particolarmente breve, perché si tratta di molecole fragilissime, che vengono denaturate e dissolte rapidamente, così come vengono denaturate rapidamente le copie di proteina Spike prodotte a partire dall’mRNA. Questo significa che, già entro 1 giorno dalla somministrazione, nel nostro corpo è rimasto poco o nulla del vaccino. Al contrario ci sono numerose evidenze scientifiche secondo le quali infettarsi con il virus Sars-CoV-2 potrebbe avere conseguenze sul lungo periodo, anche sul cuore.
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