Uno studio pubblicato sulla rivista Science Advances ha dimostrato un legame tra ciclo mestruale più intenso e vaccinazione anti-Covid. In alcuni casi si sono verificati sanguinamenti anche in donne in menopausa
Prima erano solo aneddoti, pochi casi riportati in letteratura scientifica. Ma ora uno studio dell’Università dell’Illinois e dell’Università di Tulane ha dimostrato che effettivamente i vaccini anti-Covid a mRNA, sviluppati da Pfizer e Moderna, potrebbero provocare delle alterazioni nel ciclo mestruale. In alcuni casi il vaccino è stato associato a sanguinamenti in donne in menopausa o in coloro che seguono una terapia ormonale. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Science Advances.
Nello studio sono state interrogate 35mila donne in pre e post menopausa. «Gli effetti del vaccino sul ciclo mestruale – spiegano i ricercatori – sono stati ampiamente ignorati nel 2021. Alcuni medici si sono dimostrati sprezzanti nei confronti delle preoccupazioni delle pazienti, ma è stato osservato che anche altri vaccini possono provocare dei cambiamenti nelle mestruazioni. Si ritiene che questi effetti collaterali siano legati a un aumento delle vie infiammatorie immuno-correlate, piuttosto che a cambiamenti ormonali».
In generale, l’analisi statistica ha mostrato che il 42,1 per cento del campione ha sperimentato un flusso mestruale più intenso a seguito della vaccinazione. Nel 43,6 per cento dei casi non sono state riportate differenze. Mentre il 14,3 per cento delle donne ha riferito di aver notato un flusso più leggero. Sebbene alcune partecipanti abbiano sperimentato questi effetti nei primi sette giorni a seguito della vaccinazione, in molti casi i cambiamenti sono stati osservati anche da otto a 14 giorni dopo l’inoculazione. Anche le donne in pre-menopausa sottoposte a trattamenti ormonali ha riscontrato forme di sanguinamento dopo le iniezioni.
Tra le donne che utilizzavano metodi contraccettivi reversibili di lunga durata, il 70 per cento ha riportato questo effetto collaterale. Tra i pazienti che seguivano un trattamento ormonale di affermazione di genere, il tasso di incidenza di perdite mestruali è stato del 38,5 per cento. «Ci siamo rivolti a donne che avevano regolarmente le mestruazioni – specificano gli studiosi – ma anche a pazienti in post-menopausa e a coloro che seguivano terapie ormonali che dovrebbero inibire il ciclo mestruale. In questi ultimi casi, il sanguinamento risulta particolarmente sorprendente e, specialmente per chi lo sperimenta, decisamente allarmante». Gli studiosi non hanno considerato i dati di persone di età compresa tra 45 e 55 anni per evitare i casi di alterazioni nel ciclo mestruale associati alla pre-menopausa.
Dal sondaggio è emerso inoltre che le donne che avevano portato a termine una gravidanza avevano maggiori probabilità di sperimentare flussi più intensi a seguito della vaccinazione. Gli scienziati hanno tenuto conto di fattori demografici come età, etnia, provenienza geografica e condizioni di salute pregresse. La probabilità di riportare un flusso mestruale più intenso aumentava per le donne non caucasiche, ispaniche o latine, in età avanzata, affette da endometriosi, menorragia, fibromi o altri problemi riproduttivi. «Un maggiore flusso mestruale può essere transitorio – precisano gli scienziati – ma i cambiamenti inaspettati nelle mestruazioni possono destare seria preoccupazione, anche perché il sanguinamento è uno dei primi segni di alcuni tumori nelle donne in post-menopausa o per chi segue una terapia ormonale».
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato