“Fascicolo Sanitario Elettronico: le altre esperienze europee”
L’approccio alla realizzazione del Fascicolo sanitario elettronico (FSE) risulta essere fortemente differenziato tra i diversi Stati Membri. Tale differenziazione è ascrivibile principalmente alle strategie, alla modalità di governo dell’innovazione, alle priorità attuative, alle soluzioni e ai modelli architetturali implementati, agli standard tecnologici e semantici adottati, nonché alle modalità di utilizzo dei sistemi informativi. A tali aspetti si aggiungono differenti modelli e logiche di regolamentazione e funzionamento dei servizi sanitari dei diversi Stati Membri, aspetti di carattere culturale nonché una differenziata capacità di investimento.
A fronte del quadro descritto, il livello di sviluppo e diffusione del FSE a livello europeo presenta luci e ombre. A titolo di esempio, per quanto riguarda il patient summary (che costituisce una delle componenti centrali del FSE), un’apposita ricognizione effettuata a inizio 2013 nell’ambito del progetto eHGI al quale per l’Italia partecipa il Ministero della Salute, ha consentito di rilevare, a titolo di esempio, che Paesi quali Austria, Germania, Svizzera e Repubblica Ceca non dispongono del patient summary a livello nazionale mentre, sempre a titolo di esempio, tale strumento è disponibile, oltre che in Regno Unito e in Francia, anche in Lituania, Cipro e Croazia.
Le forti differenze che sussistono tra gli Stati Membri per quanto attiene l’eHealth hanno portato a individuare, nell’interoperabilità semantica e tecnica, la modalità più concretamente perseguibile per abilitare il dialogo informatico tra i sistemi informativi di medici e/o strutture sanitarie a livello transfrontaliero. Come si è già avuto modo di rappresentare, il nostro Paese, grazie al percorso intrapreso, può rappresentare in tempi relativamente brevi una best practice di riferimento per quanto attiene la realizzazione del FSE.