“L’Unione europea contro le frodi alimentari”
Le pratiche ingannevoli nel settore agroalimentare devono essere fortemente contrastate perché minano la fiducia dei cittadini rispetto all’autenticità dei prodotti che acquistano e consumano. Questo è ancora più grave se si tratta di prodotti tradizionali, di qualità certificata, che sono tra i più interessati dal fenomeno delle frodi, anche per il loro valore in termini economici. È questa una questione a cui siamo particolarmente sensibili nel nostro Paese che, voglio ricordare, ha il maggior numero di prodotti tradizionali, DOP e IGP e, purtroppo, anche il maggior numero di prodotti “copiati”.
Oggi siamo di fronte all’incremento di pratiche fraudolenti sottili, che si avvalgono di nuove conoscenze scientifiche e tecnologiche che rendono tali violazioni non facilmente identificabili. Si tratta di violazioni che spesso valicano i confini di uno Stato membro o dell’intero territorio della Ue e traggono vantaggio dalla globalizzazione ed internazionalizzazione dei traffici commerciali per eludere i controlli ed occultare la frode.
Per condurre un’azione congiunta a livello europeo contro le frodi alimentari a mio avviso il primo passo da compiere è elaborare una definizione di frode alimentare da inserire nella legislazione europea, nel rispetto dei singoli ordinamenti giuridici degli Stati Membri che ci consenta di parlare un linguaggio comune.
E’ inoltre essenziale riflettere sulla necessità di formare adeguatamente il personale coinvolto nei controlli ufficiali lungo la catena agroalimentare, affinché conosca ed utilizzi anche specifiche tecniche investigative per individuare anticipatamente eventuali pratiche fraudolente.
Ciò per consentire che, nell’ambito della programmazione e del coordinamento dei controlli ufficiali prevista nell’attuale quadro normativo europeo, vengano inserite attività di controllo dedicate ad individuare, prevenire e contrastare eventuali pratiche fraudolenti in tutti i settori della filiera agroalimentare.
Ma questo non è, né può essere, sufficiente se non viene contestualmente promossa una forte attività di cooperazione all’interno di ogni Stato membro tra tutti i soggetti coinvolti (autorità competenti, giudiziarie e forze di polizia), che si avvalga di procedure per lo scambio rapido di dati e informazioni, per rendere sempre più efficace l’applicazione delle regole di assistenza amministrativa tra i vari Paesi della Ue.
A tal fine, diventa essenziale sostenere le iniziative della Commissione europea volte all’istituzione di sistemi informatici europei per la raccolta e la gestione dei dati, che coinvolgano anche le autorità dei Paesi terzi, al fine di creare un osservatorio permanente che consenta di comunicare tempestivamente alle autorità di polizia e giudiziarie, europee e nazionali, ogni anomalia utile ad individuare anticipatamente eventuali pratiche fraudolente. Un’ultima cosa che ritengo importante è rendere più incisive le sanzioni aumentandone l’effetto deterrente e colpendo sempre più severamente i profitti illeciti realizzati o attesi.
Beatrice Lorenzin