Capita sempre più spesso che una persona con i sintomi del Covid-19 risulti negativa al primo test. Con Omicron sono stati segnalati più casi di positività ritardata. Meglio ripetere il test dopo 24 ore
«Da quando la variante Omicron è diventata dominante, capita spesso che la positività al test Covid ritardi qualche giorno rispetto alla comparsa dei sintomi». Lo conferma a Sanità Informazione il virologo Fabrizio Pregliasco dell’Università degli Studi di Milano. «Può succedere anche di avere la febbre a causa del Covid e di risultare negativi nello stesso momento», aggiunge, spiegando questa nuova tendenza riscontrata con la versione del virus Sars-CoV-2 che oggi circola di più.
Per questo non ci si può affidare all’esito negativo di un solo test Covid. «Specialmente se si ricorre a quelli ‘fai da te‘ o a quelli che si eseguono in farmacia», precisa Pregliasco. «Sappiamo infatti che sono meno sensibili dei tamponi molecolari e quindi non è raro imbattersi in un falso negativo», aggiunge. Il consiglio per coloro che hanno i sintomi del Covid-19 e che sono risultati negativi al test è quello di ripetere la procedura dopo almeno 24 ore, a prescindere dal miglioramento o peggioramento dei sintomi. Il rischio di ignorare la propria positività è quello di contribuire alla diffusione del virus fra i propri cari.
Sul perché ci sia spesso questo scarto temporale tra sintomi e positività, al momento, abbiamo solo ipotesi. Ad esempio, c’è quella secondo cui la versione Omicron del virus Sars-CoV-2 tende ad accumularsi poco nel naso, dove avviene solitamente il tampone. Poi c’è l’ipotesi che tra vaccinati e i guariti da Covid-19 il sistema immunitario sia più reattivo in caso di contagio e che quindi agisce anticipando la diffusione del virus nell’organismo, determinando in questo modo la negatività al test. Per risposte più precise saranno necessari studi approfonditi sul tema.
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