«In Italia la presenza di OGM autorizzati negli alimenti continua ad essere decisamente limitata e a concentrazioni estremamente basse, inferiori al limite di quantificazione» sottolinea una nota del Ministero della Salute
Il Ministero della Salute, in collaborazione con il Centro di referenza nazionale per la ricerca degli OGM (CROGM) e l’Istituto superiore di sanità, predispone dal 2006 un Piano nazionale triennale di controllo ufficiale sulla presenza di organismi geneticamente modificati (OGM) negli alimenti, finalizzato alla programmazione e al coordinamento delle attività di controllo svolte in questo specifico settore da parte delle Autorità sanitarie regionali e provinciali, in applicazione, sia della normativa quadro del settore degli OGM, i regolamenti comunitari nn. 1829/2003 e 1830/2003, sia della normativa sui controlli ufficiali di cui al regolamento CE n. 882/2004 prima, ora sostituito dal regolamento UE 625/2017.
Con il 2018 si conclude il quadriennio di programmazione del Piano nazionale stabilita per gli anni 2015-2018, pianificazione che è stata prorogata anche per il 2019.
In particolare esaminando i dati relativi al territorio, per un numero totale di campioni prelevati e analizzati pari a 681, la percentuale di quelli positivi è stata del 3%, senza riscontro di non conformità. Ciò conferma sempre di più sia la consapevolezza crescente degli operatori del settore alimentare che pongono particolare attenzione lungo tutta la filiera alimentare, dall’approvvigionamento delle materie prime alla commercializzazione del prodotto finito, sia l’efficacia dei controlli ufficiali messi in atto.
L’attività all’importazione ha presentato un decremento con 92 campionamenti effettuati, rispetto ai 111 del 2017, di questi campioni 2 sono risultati non conformi per il riscontro di riso GM non autorizzato in prodotti provenienti dalla Cina. Si ribadisce l’importanza che gli uffici di frontiera rivestono in qualità di prime Autorità sanitarie coinvolte nella nazionalizzazione e commercializzazione di prodotti alimentari provenienti dai Paesi terzi. Il loro contributo è fondamentale alla realizzazione di quanto programmato proprio in relazione al ruolo primario che rivestono nella catena dei controlli ufficiali.
Altro ruolo fondamentale nella attività di controllo viene svolto dai laboratori pubblici con l’attività di rilevazione e di quantificazione degli OGM nelle matrici campionate.
Tenuto conto dei risultati complessivi ottenuti anche per il 2018, si può concludere che per i prodotti alimentari, sul mercato italiano, permane il rispetto dei requisiti d’etichettatura previsti dalla normativa vigente, assicurando in tal modo l’informazione al consumatore. Si conferma, inoltre, che in Italia la presenza di OGM autorizzati negli alimenti continua ad essere decisamente limitata e a concentrazioni estremamente basse, inferiori al limite di quantificazione.