Fra due giorni entreranno in vigore le nuove regole per lo smart working. In sostanza si torna all’accordo individuale, come previsto dalle legge 81/2017. Nella pratica per attivare il «lavoro agile» il datore di lavoro e il dipendente dovranno mettere nero su bianco i termini e le condizioni della prestazione. Questo vale sia per il settore pubblico che per quello privato. La novità è che le comunicazioni al ministero saranno semplificate, rispetto a come funzionava prima della pandemia. Ora basterà la mera comunicazione in via telematica al ministero del Lavoro dei nominativi dei dipendenti e la data di inizio e di cessazione delle prestazioni di lavoro in modalità agile, se il rapporto è a termine o l’indicazione che si tratta di un tempo indeterminato.
«È un primo passo con il quale si rendono più semplici – spiega il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, in una nota – gli obblighi di comunicazione relativi al lavoro agile anche alla luce dell’esperienza maturata durante la pandemia e si risponde ad una specifica richiesta fatta dalle parti sociali nel Protocollo nazionale sul lavoro in modalità agile per il settore privato sottoscritto dal ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali e dalle parti sociali il 7 dicembre 2021». Le aziende che durante la pandemia avevano fatto le comunicazioni come previsto dal decreto emergenziale, non dovranno rifarle, salvo cessazioni o modifiche.
Dunque, i lavoratori che non hanno sottoscritto alcun accordo individuale dal primo settembre dovranno tornare a lavorare in presenza. Questo vale anche per le persone fragili e i genitori di under 14, visto non c’è stata la proroga dello smart working al 100% per alcune categorie specifiche. Tuttavia, il ministro Orlando ha assicurato che in fase di conversione proseguirà «nell’azione per individuare le risorse» per consentire a queste categorie di lavoratori di continuare in modalità da remoto.
Per quanto riguarda la Pubblica amministrazione, che dal 15 ottobre 2021 ha iniziato a prevedere il lavoro in presenza come modalità prevalente, concedendo due giorni di lavoro in smart-working per un massimo di 8 giorni al mese, ora deve riorganizzarsi. I dirigenti dovranno tenere in conto delle modifiche apportate dal decreto 105/2022, che vede in particolare un ampliamento delle categorie che hanno precedenza nell’assegnazione del lavoro agile. Ora, infatti, si deve tenere presente la priorità dei genitori con figli under 12 o con figli di qualsiasi età con gravi disabilità. Stessa priorità va ai dipendenti con disabilità e a quelli che si occupano di famigliari non autosufficienti. I dirigenti pubblici, dunque, nel caso debbano limitare il numero di dipendenti a cui concedere il lavoro agile, dovranno sempre considerare queste tipologie di dipendenti come prioritari.
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