Dall’1 settembre si torna a lavorare in presenza. Lo smart working è possibile sulla base di accordi individuali che andranno comunicati, in una modalità più semplice, al ministero del Lavoro
Fra due giorni entreranno in vigore le nuove regole per lo smart working. In sostanza si torna all’accordo individuale, come previsto dalle legge 81/2017. Nella pratica per attivare il «lavoro agile» il datore di lavoro e il dipendente dovranno mettere nero su bianco i termini e le condizioni della prestazione. Questo vale sia per il settore pubblico che per quello privato. La novità è che le comunicazioni al ministero saranno semplificate, rispetto a come funzionava prima della pandemia. Ora basterà la mera comunicazione in via telematica al ministero del Lavoro dei nominativi dei dipendenti e la data di inizio e di cessazione delle prestazioni di lavoro in modalità agile, se il rapporto è a termine o l’indicazione che si tratta di un tempo indeterminato.
«È un primo passo con il quale si rendono più semplici – spiega il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, in una nota – gli obblighi di comunicazione relativi al lavoro agile anche alla luce dell’esperienza maturata durante la pandemia e si risponde ad una specifica richiesta fatta dalle parti sociali nel Protocollo nazionale sul lavoro in modalità agile per il settore privato sottoscritto dal ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali e dalle parti sociali il 7 dicembre 2021». Le aziende che durante la pandemia avevano fatto le comunicazioni come previsto dal decreto emergenziale, non dovranno rifarle, salvo cessazioni o modifiche.
Dunque, i lavoratori che non hanno sottoscritto alcun accordo individuale dal primo settembre dovranno tornare a lavorare in presenza. Questo vale anche per le persone fragili e i genitori di under 14, visto non c’è stata la proroga dello smart working al 100% per alcune categorie specifiche. Tuttavia, il ministro Orlando ha assicurato che in fase di conversione proseguirà «nell’azione per individuare le risorse» per consentire a queste categorie di lavoratori di continuare in modalità da remoto.
Per quanto riguarda la Pubblica amministrazione, che dal 15 ottobre 2021 ha iniziato a prevedere il lavoro in presenza come modalità prevalente, concedendo due giorni di lavoro in smart-working per un massimo di 8 giorni al mese, ora deve riorganizzarsi. I dirigenti dovranno tenere in conto delle modifiche apportate dal decreto 105/2022, che vede in particolare un ampliamento delle categorie che hanno precedenza nell’assegnazione del lavoro agile. Ora, infatti, si deve tenere presente la priorità dei genitori con figli under 12 o con figli di qualsiasi età con gravi disabilità. Stessa priorità va ai dipendenti con disabilità e a quelli che si occupano di famigliari non autosufficienti. I dirigenti pubblici, dunque, nel caso debbano limitare il numero di dipendenti a cui concedere il lavoro agile, dovranno sempre considerare queste tipologie di dipendenti come prioritari.
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