Negli Stati Uniti è caccia aperta al paziente Covid più longevo di sempre. Più precisamente al paziente che si pensa sia positivo da più tempo. Quello che i ricercatori oggi sanno è che il paziente potrebbe vivere nell’area di Columbus, la più grande città dello stato di quasi 1 milione di abitanti, e che è portatore di una versione altamente mutata del virus Sars-CoV-2 che «è diversa da qualsiasi cosa» che gli esperti abbiano visto
Negli Stati Uniti è caccia aperta al paziente Covid più longevo di sempre. Più precisamente al paziente che si pensa sia positivo da più tempo. Quello che i ricercatori oggi sanno è che il paziente potrebbe vivere nell’area di Columbus, la più grande città dello stato di quasi 1 milione di abitanti, e che è portatore di una versione altamente mutata del virus Sars-CoV-2 che «è diversa da qualsiasi cosa» che gli esperti abbiano visto. Il virus è stato rilevato attraverso il campionamento delle acque reflue ed è stato fatto risalire all’inizio del 2021. Viene ripetutamente rilevato lungo un’area di 40 miglia, suggerendo che una persona lo sta trasportando e spargendo attraverso le feci.
Marc Johnson, un microbiologo dell’Università del Missouri, ha avvertito che le mutazioni del ceppo sarebbero abbastanza gravi da renderlo una «variante preoccupante» qualora iniziasse a circolare nella popolazione. Lo scienziato ritiene che le tracce rilevate vengono rilasciate dalla stessa persona che fa il pendolare regolarmente tra Columbus e Washington Court House, una piccola città appena a Sud-Ovest. Gli scienziati non sono sicuri se la persona sia contagiosa o come sia riuscita a rimanere infetta così a lungo. I pazienti che ospitano virus per periodi di tempo eccezionalmente lunghi spesso hanno un sistema immunitario «debole». Molti scienziati ritengono che le varianti Alpha, Delta e Omicron siano emerse tutte in questo modo. Johnson è, tuttavia, convinto che il paziente sia sano e possa viaggiare per lavoro o per studio, ma non può escludere una persona malata cronica che faccia il pendolare per cure ospedaliere.
Il team del Missouri ha analizzato campioni di Covid dalle acque reflue negli Stati Uniti alla ricerca di ceppi «criptici», nuove varianti del virus emerse con origini sconosciute. La tecnica è stata utilizzata come strumento di monitoraggio per tutta la pandemia. Poiché il virus si manifesta nelle feci prima che insorgano i sintomi, i dati sulle acque reflue potrebbero aiutare a rilevare dove i focolai emergeranno con giorni di anticipo. «Analizziamo al contrario le acque reflue per vedere se c’è qualcosa che non corrisponde a nessun lignaggio», dice Johnson. I risultati potrebbero rivelarsi estremamente utili.
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