PNRR 6 Dicembre 2022 14:30

Infermiere di Famiglia e Comunità: con il PNRR almeno uno ogni 3 mila abitanti

L’Infermiere di Famiglia e Comunità è un professionista di riferimento che assicura la presenza dell’infermiere nei vari servizi di assistenza e cura presenti sul territorio, operando in collaborazione con il medico di medicina generale, il pediatra di libera scelta, il medico di comunità e l’équipe multi-professionale.

Infermiere di Famiglia e Comunità: con il PNRR almeno uno ogni 3 mila abitanti

Nel giro di dieci anni circa 8 milioni di anziani avranno almeno una malattia cronica grave. Ed è per far fronte alle necessità di questa fascia di popolazione estremamente fragile, e non solo, che nasce la figura dell’infermiere di Famiglia e Comunità. Si tratta di un professionista di riferimento che assicura la presenza dell’infermiere nei vari servizi di assistenza e cura presenti sul territorio, operando in collaborazione con il medico di medicina generale e il pediatra di libera scelta, il medico di comunità e l’équipe multi-professionale.

La presenza dell’infermiere di Famiglia e Comunità potrà diventare più capillare attraverso la realizzazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Secondo gli standard dovrà esserci un infermiere di Famiglia e Comunità ogni 2-3 mila abitanti.

Cosa fa l’infermiere di Famiglia e Comunità

Le funzioni dell’infermiere di Famiglia e Comunità possono essere riassunte in dieci punti chiave:

  • Valutare lo stato di salute e i bisogni di ognuno nelle diverse fasi della sua vita, dall’infanzia, passando per l’adolescenza fino all’età adulta
  • Partecipare ad iniziative di prevenzione e promozione della salute
  • Favorire interventi informativi ed educativi
  • Presidiare e facilitare i percorsi nei diversi servizi utilizzando le competenze presenti nella rete
  • Pianificare piani di assistenza personalizzata
  • Promuovere l’aderenza ai piani terapeutici e riabilitativi
  • Partecipare alla verifica e monitoraggio dei risultati di salute
  • Sostenere i percorsi di continuità assistenziale tra sociale e sanitario, tra ospedale e territorio
  • Garantire le attività previste per la realizzazione degli obiettivi della nuova sanità di iniziativa
  • Partecipare nell’integrazione professionale al perseguimento dell’appropriatezza degli interventi terapeutici e assistenziali

In alcune Regioni è già realtà

La figura dell’infermiere di Famiglia e Comunità è stata già sperimentata con successo in diverse Regioni, come Lombardia, Piemonte e Toscana. Hanno deliberato ufficialmente l’introduzione di questa figura nel Sistema Sanitario Regionale, prevedendone non solo ruoli e funzioni, ma anche percorsi formativi. In questi contesti, a seguito del lavoro svolto, è stata riconosciuta la valenza strategica dell’Infermiere di Famiglia e Comunità sia nel potenziare l’offerta dei servizi territoriali e domiciliari, che per migliorare l’accesso ai servizi sanitari, con integrazione dei servizi assistenziali, sociali e ospedalieri.

Nelle Regioni in cui questa figura professionale è già presente è stata in grado anche di: riconoscere precocemente gli stati di fragilità prima che insorgano stati irreversibili di disabilità, gestire in modo integrato le condizioni di cronicità in collaborazione con i Mmg e gli altri professionisti, sviluppare l’educazione terapeutica per l’autogestione della malattia e gestire appropriati strumenti di tele-assistenza.

Le proposte della FNOPI

In virtù di tali esperienze, la Federazione Nazionale degli Ordini della Professione Infermieristica, FNOPI, ha indicato due percorsi possibili per mettere a sistema la figura dell’infermiere di famiglia:

  • Un disegno di legge ad hoc di iniziativa governativa
  • L’inserimento nel Patto per la Salute recepito con intesa Stato-Regioni e quindi allargato all’intero territorio nazionale

La FNOPI ritiene che la seconda opzione sia preferibile, in quanto rappresenterebbe un percorso più rapido di realizzazione ed anche perché l’Infermiere di Famiglia e Comunità potrebbe trovare appoggio legislativo nel momento in cui l’intero Patto, o alcune parti di esso, venissero recepite in norme.

 

 

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Salute

Gioco patologico, in uno studio la strategia di “autoesclusione fisica”

Il Dipartimento di Scienze cliniche e Medicina traslazionale dell'Università Tor Vergata ha presentato una misura preventiva mirata a proteggere i giocatori a rischio di sviluppare problemi leg...
Salute

Cervello, le emozioni lo ‘accendono’ come il tatto o il movimento. Lo studio

Dagli scienziati dell'università Bicocca di Milano la prima dimostrazione della 'natura corporea' dei sentimenti, i ricercatori: "Le emozioni attivano regioni corticali che tipicamente rispondo...
Advocacy e Associazioni

Porpora trombotica trombocitopenica. ANPTT Onlus celebra la III Giornata nazionale

Evento “WeHealth” promosso in partnership con Sanofi e in collaborazione con Sics Editore per alzare l’attenzione sulla porpora trombotica trombocitopenica (TTP) e i bisogni ancora i...