«Mi fido dell’Istituto Superiore di Sanità. Studi ci dicono che il 5G è molto meno penetrante del sistema di telefonia mobile che noi usiamo tutti i giorni» sottolinea Sandra Zampa che invita a non fare allarmismo. Poi afferma: «Bisogna migliorare percezione SSN tra i cittadini»
Sostenibilità del Sistema sanitario, sicurezza della tecnologia 5G, Patto per la Salute. Per il Sottosegretario alla Salute Sandra Zampa, volto storico del Partito democratico e per anni collaboratrice dell’ex premier Romano Prodi, è un autunno di lavoro sui dossier più caldi della sanità. Ai nostri microfoni ha in primis rivendicato i due miliardi in più ottenuti per il Fondo sanitario nazionale per il 2020, grazie al lavoro di squadra con il Ministro Speranza e il Viceministro Sileri, e poi si è esposta in modo chiaro sul tema della rete 5G, una tecnologia su cui ancora si concentrano i timori di amministratori locali per i rischi sulla salute e che in parte divide anche la maggioranza con alcuni settori dei Cinque Stelle che invece chiedono cautela. Solo pochi giorni fa a Montecitorio si è radunata una piccola folla in rappresentanza dell’Alleanza STOP 5G. «Mi sono fidata dell’Istituto Superiore di Sanità che a sua volta utilizza studi internazionali. Questi studi ci dicono che il 5G è molto meno penetrante del sistema di telefonia mobile che noi usiamo tutti i giorni» ha spiegato Zampa che invita tutti a non trasformare la questione in un nuovo caso vaccini: «Nella scienza bisogna avere fiducia, sennò incomincia su tutto un tormentone».
Uno dei temi di cui si parla spesso è la questione della sostenibilità dei sistemi sanitari. È sufficiente l’aumento di 2 miliardi al fondo sanitario?
«L’aumento è una meravigliosa notizia. Intanto perché finalmente invertiamo un trend che aveva visto la sanità troppo spesso costretta a subire tagli, riduzioni, ridimensionamenti. Due miliardi serviranno a far ripartire il Patto per la Salute e servono a migliorare un Sistema. Però, riprendo le parole del Ministro Speranza, bisogna che i cittadini ne comprendano anche l’enorme valore. L’universalità dell’accesso al Sistema sanitario e il fatto che la nostra sanità e il diritto alla Salute è tutelato nella Costituzione non sono fattori irrilevanti. Tutti faremmo bene a ricordarci che esiste un articolo, l’articolo 32 della Costituzione, che ci dice che la Salute è un diritto di cui lo Stato si deve occupare. È un valore preziosissimo di cui ci dimentichiamo molto spesso. MI ha fatto impressione il dato che dice che il 53% degli italiani ritiene che gli possa succedere qualcosa di dannoso, possa ricevere un danno, in occasione di una prestazione sanitaria ma in realtà la percentuale di quelli che hanno subìto un inconveniente è di poco superiore al 10%. Questa distanza tra la percezione o l’atteggiamento con cui si guarda all’SSN e invece la realtà ti dice quanto noi dobbiamo costruire in fiducia. Anche questo è un elemento importante. Quanto alla sostenibilità, hanno lavorato un ministro che appartiene a Leu, un viceministro che viene dai Cinque Stelle e me che rappresento il Partito democratico: in silenzio senza polemiche sono stati portati a casa due miliardi in più ma non dimentichiamo che ci sono altri due miliardi che vanno alle nuove tecnologie e all’edilizia sanitaria».
Un altro tema all’ordine del giorno è il 5G. Alcuni sindaci stanno facendo un po’ di allarmismo su questo. I cittadini possono stare tranquilli?
«Io ho studiato e mi sono fidata dell’Istituto Superiore di Sanità che a sua volta utilizza studi internazionali. Questi studi ci dicono che il 5G è molto meno penetrante del sistema di telefonia mobile che noi usiamo tutti i giorni. Anche su questo c’è una particolare cautela che l’Italia ha avuto. L’allarme deriva dal fatto che il 5G emette delle onde corte e deboli tanto da poter essere assorbite dalle foglie e dalla pioggia. Sono onde che si definiscono millimetriche perché non penetrano sotto la pelle oltre un millimetro. Queste, per arrivare ad essere attive, hanno bisogno di molte più antenne. Probabilmente il proliferare di antenne fa temere per la salute. Anche qui stiamo un po’ sbagliando nell’approccio. Nella scienza bisogna avere fiducia, sennò incomincia su tutto un tormentone come è stato quello sui vaccini. Io credo che l’ISS non nasconda interessi, noi del Ministero della Salute ci siamo fatti guidare dall’Istituto Superiore di Sanità. Ci sono documenti pubblici che tutti possono consultare, non c’è nulla di nascosto, c’è una audizione interessantissima che è stata fatta da un ricercatore dell’Istituto superiore di sanità che è il primo ricercatore che si è occupato del comparto dell’elettromagnetismo. È pubblica. Chi vuole approfondire può farlo».