La Lega ha votato contro il Green pass nei ristoranti al chiuso insieme a Fratelli d’Italia ed ha aperto una frattura
Quando arriva l’accordo sul Green pass? Se lo stanno chiedendo tutti, in Aula e fuori, dopo i tumulti avvenuti ieri e lo strappo della Lega. La decisione è prevista (e certamente ci sarà) oggi e il decreto sarà approvato, ma il governo potrebbe uscirne indebolito più del necessario.
Cosa è successo allora? La Lega ieri si è separata dalla maggioranza di cui fa parte e ha votato con Fratelli d’Italia l’emendamento per eliminare il Green pass dai ristoranti al chiuso. Con 134 voti a favore e 270 contrari non è passato, ma si è comunque aperta una voragine che già era minacciosa. Specie dopo l’accordo che ha permesso di scongiurare la votazione sul Green pass con la fiducia, che invece si era prefigurata prima che la Lega ritirasse tutti gli emendamenti che aveva proposto sul decreto.
La reazione è stata quella che ci si aspettava: il PD ha tuonato contro un atteggiamento controproducente della Lega, che terrebbe il piede in due scarpe (maggioranza e opposizione). Il capopartito Matteo Salvini ha sempre tenuto a confermare la sua fiducia in Mario Draghi e lo stesso presidente del Consiglio, durante la sua ultima conferenza stampa, si è detto sereno a proposito.
Tuttavia Salvini ha tenuto subito a ribadire che non accetterà alcuna proposta di obbligo vaccinale, di cui «non vuole nemmeno sentir parlare». Anche se il ministro della Salute Roberto Speranza da qualche mese ribadisce che se sarà necessario non esiterà a proporlo al Governo e a mandarlo avanti. Intanto la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, che è attualmente la vera opposizione di Draghi, si è detta soddisfatta che una parte del centrodestra coinvolto nella maggioranza sostenga le loro battaglie.
Quel che tutti si chiedono è quanto ancora riuscirà a reggere un Governo di larghe intese che “se la intende” così poco. Il decreto Green pass è inoltre una pietra miliare di questa coalizione, essendo contemporaneamente anche il motivo principale di discussione. È chiaro che Salvini non desidera perdere la parte di elettorato “no vax” che si sente tradita quando la Lega approva questo genere di misure. Contemporaneamente sa che non ha senso separarsi da Mario Draghi prima che la situazione del Paese risulti più stabile e si configuri la possibilità di nuove elezioni in sicurezza.
«Il nostro obiettivo è garantire salute e lavoro e penso che in queste ore si stia trovando una soluzione soddisfacente sui minorenni, sulle famiglie, sui tamponi gratuiti, sull’allungamento della durata del green pass. Se alzare i toni ci permette di avere dei risultati, allora vuol dire che stiamo facendo il nostro mestiere» ha detto il leader della Lega a margine della sua visita al supersalone, alla Fiera di Rho (Milano).
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