Il ministro Speranza saluta i professionisti sanitari al 76 Congresso della Società italiana di pediatria e li ringrazia per lo sforzo durante la pandemia, chiedendone uno ulteriore per ricostruire il Ssn. Presenti anche Bianchi, Bonetti, Dadone e Stefani
«Penso che nella costruzione del Servizio sanitario nazionale del futuro ci sia uno spazio enorme per la pediatria. Questa è la sfida delle prossime settimane. I temi della pediatria sono i temi centrali su cui concentrare ogni nostra attenzione. E ci stiamo lavorando». Arriva forte e chiaro il messaggio del ministro della Salute Roberto Speranza, in apertura del 76esimo congresso della Società italiana di pediatria (Sip).
«Siamo in una fase molto significativa – fa il punto il ministro – nella lotta contro il Covid. La campagna di vaccinazione ci ha fatto fare un salto in avanti decisivo e guardiamo con fiducia alle prossime settimane, pur mantenendo ancora un approccio di gradualità e di cautela. Dobbiamo, però, in questa fase guardare al dopo, a quello che il Covid ci ha insegnato, alla lezione drammatica degli ultimi mesi che ci resterà per sempre sulla pelle».
Il ministro ha parlato di segnali positivi verso i più piccoli con l’assistenza psicologica in questo difficile periodo. «Un primo investimento che deve essere solo l’apertura di un percorso sulla neuropsichiatria infantile. Dobbiamo insistere. Perché questo è un ambito – rimarca – che merita la nostra massima attenzione».
«Voglio ringraziare i pediatri per il lavoro particolarmente difficile fatto in questi mesi, che sono stati mesi complicati per tutti, in particolar modo per chi, ogni giorno, lavora per il Servizio sanitario nazionale. Penso, però, che oggi, sulla base di quelle esperienze, quei momenti così difficili, possiamo affrontare con più forza questa fase di contrasto al Covid e la fase, che è persino più affascinante, più sfidante, di costruire il nuovo Servizio sanitario nazionale» ha concluso.
Presenti con i loro messaggi anche i ministri Patrizio Bianchi (Istruzione), Elena Bonetti (Pari opportunità e famiglia), Fabiana Dadone (Politiche giovanili) ed Erika Stefani (Disabilità). Da loro sono state sottolineate rispettivamente le necessità dei prossimi mesi. «La scuola italiana è il luogo in cui crescono i nostri bambini e bambine – ha detto Bianchi – il luogo in cui diventano ragazzi e ragazze, adolescenti, giovani e si preparano per diventare persone che a tutto titolo devono essere partecipi della vita collettiva. ‘In puero homo’: nel bambino e nella bambina ci sono l’uomo e la donna che devono a loro volta diventare il seme di nuove vite. Grazie a tutti voi che state lavorando e avete lavorato in questo periodo così difficile, che ha messo a dura prova tutti, anche i nostri bambini e bambine».
Bonetti ha parlato dell’esigenza di un asse tra istituzioni e mondo della pediatria per investire le somme e il supporto necessari per il futuro dei bambini. Mentre Dadone e Stefani si sono concentrate sulla necessità di ascoltare i più piccoli, con aiuti fisici e psicologici che siano più ampi possibile. La popolazione infantile ha sofferto moltissimo il lockdown e le conseguenze di un anno rinchiusi in casa. Superare le barriere, da quelle architettoniche a quelle sociali, deve essere il prossimo step per comprendere meglio bimbi e ragazzi e consegnare loro un’Italia migliore dopo la pandemia.
Ha chiuso la passerelle istituzionale l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato. «Nel Lazio tra alcuni giorni avremo vaccinato un adulto su 2 – ha concluso – e oggi supereremo 3,1 milioni di vaccinazioni. Sarà importante attendere poi la decisione delle autorità, Ema e Aifa, per quanto riguarda la vaccinazione pediatrica. Nel momento in cui verrà approvato il vaccino per la fascia 12-16 anni, intendiamo coinvolgere tutti i pediatri, ospedalieri, dei centri vaccinali e di libera scelta, perché sarà un momento importante»
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